È arrivata l’influenza, febbre e tosse: già colpiti 125mila italiani

2 Nov 2018 17:05 - di Sara Gentile
influenza

I virus influenzali cominciano ad alzare la testa nel Belpaese. Sono già 125mila in tutto gli italiani che si stima siano stati colpiti dall’inizio della sorveglianza epidemiologica, circa 71mila nell’ultima settimana osservata, dal 22 al 28 ottobre. Sono i dati che emergono dal bollettino della rete Influnet coordinata dall’Istituto superiore di sanità, con il sostegno del ministero della Salute e il contributo dei camici bianchi “sentinella”, medici di famiglia e pediatri di libera scelta delle varie regioni. Secondo il report, l’attività dei virus influenzali è ai livelli di base in tutte le regioni italiane (anche se, si puntualizza, non tutti i medici partecipanti alla sorveglianza hanno reso disponibili i dati raccolti).

Rispetto alla precedente settimana, quando i casi stimati erano quasi a quota 55mila, si comincia a intravedere un aumento, complice forse anche il maltempo che ha investito la Penisola. Il valore dell’incidenza totale è pari a 1,17 casi per mille assistiti (nella settimana precedente era a 0,91). Nella fascia d’età 0-4 anni si sale a 2,36 casi per mille assistiti. Guardando alle varie situazioni regionali, l’incidenza complessiva più alta si osserva al momento in Abruzzo (3,63 casi per mille assistiti) e Lombardia (2,25), la più bassa in Veneto (0,26) e Campania (0,30).

Influenza, l’appello del virologo

Dopo il primo “schiaffo” dal meteo che in questi giorni ha portato giù le temperature, «in Italia la situazione sul fronte dell’influenza è ancora tutto sommato “tranquilla”. Si registra un lieve aumento dell’attività dei virus stagionali legato all’andamento meteorologico e a una conseguente facilitazione della diffusione. È questo il momento giusto per vaccinarsi». A fare il punto lanciando anche un richiamo sull’importanza dell’iniezione scudo e dell’adesione alla campagna antinfluenzale appena partita, è il virologo dell’università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, che rivolge un appello in particolare ai camici bianchi e agli operatori sanitari: «Dovrebbero, come gesto di responsabilità professionale, vaccinarsi».

L’esperto, direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi del capoluogo lombardo, spiega che «siamo ancora lontani dalla stagione epidemica vera e propria. In compenso, però, ci infastidiscono alla grande le forme “simil-influenzali”, grazie agli sbalzi termici» registrati nei giorni scorsi «che favoriscono» i cosiddetti virus cugini. «Sono forme comunque da non sottovalutare», avverte. Quanto alla “vera influenza”, ricorda Pregliasco, «arriverà quando la temperatura si mantiene rigida per un discreto periodo di tempo».

Vaccinarsi, torna a ribadire lo specialista, «è importante. Abbiamo registrato un lieve miglioramento nell’adesione da parte degli ultra 65enni. Rimane invece bassa la quota dei più giovani, con problematiche cardiache e respiratorie croniche. E lo stesso vale per il personale sanitario che, ripeto, dovrebbe al contrario immunizzarsi per responsabilità professionale».

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