Zingaretti lancia la sua candidatura ma nasconde le bandiere del Pd…
Nicola Zingaretti lancia la sua candidatura alla segreteria del Partito democratico e lo fa da Piazza Grande, l’evento da lui promosso nel weekend a Roma. “Piazza Grande è un luogo che fino a stamattina non esisteva, dove si incontrano storie e pensieri differenti non per litigare ma per costruire qualcosa di nuovo” ha detto il governatore del Lazio. “Per troppo tempo, ed è stato grave, le differenze hanno significato divisioni e rotture e ci troviamo la peggiore destra europea al governo. Per troppo tempo ci siamo illusi che per non disturbare qualcuno era meglio ritrovarsi tra eguali e si sono scelti non i migliori ma i più fedeli e lo abbiamo pagato”, ha sottolineato il candidato alla segreteria del Pd, che ha aggiunto: “Questo luogo va ricostruito. Il processo di rigenerazione della politica deve prendere atto che bisogna cambiare“.
“Lo dico a tutti: non abbiamo alcuna intenzione di voler tornare indietro verso strade già battute e che hanno fallito, non vogliamo più neanche continuare avanti sulla stessa strada che ci ha portato a fallire – ha scandito – Vogliamo cambiare strada. Costruire finalmente una nuova speranza per questo Paese”. Il percorso che è stato avviato è “senza confini, aperto a tutti, ben oltre i confini di un partito politico che si deve rigenerare – ha evidenziato Zingaretti – Dobbiamo rigenerare una cultura politica che abbia come cuore e anima l’apertura e l’inclusione, lo spirito di servizio e l’umiltà che inizia dall’ascolto di chi ha bisogno della buona politica”.
La missione del Partito democratico, ha continuato il candidato alla segreteria, “non è una cosa che può fare un leader da solo ma deve essere la sfida di un intero popolo che si rimette in cammino, questa è la grande missione del Pd”. Dunque, “inizia un percorso che, lontano da polemiche contro qualcuno, è orientato a costruire una nuova forza popolare e proporre una nuova speranza nel Paese che partirà dai territori e potrà dire che l’Italia se l’è vista brutta ma, nel momento peggiore, una parte d’Italia lo ha capito, si è rialzata, riorganizzata e ha ricominciato a vincere”.
Il governatore del Lazio ha parlato anche della manovra del governo: “Non vi azzardate a tagliare un euro ai trasferimenti degli enti locali, non è più possibile, perché questo omicidio di futuro in atto in questo momento colpisce determinate categorie del Paese, a partire dai giovani”. “Non ci prenderete in giro – ha avvertito – saremo vigili perché a nessun pensionato, pendolare studente che ha bisogno del welfare venga tolto un centesimo solo perché con la vostra arroganza non avete il coraggio di dire che avete vinto con promesse irrealizzabili”.
Zingaretti ha tirato con soddisfazione le somme della prima giornata di lavoro di Piazza Grande: l’evento ha avuto 3.200 adesioni da tutta Italia e la partecipazione di 600 tra sindaci e amministratori locali. “Siamo tanti, più del previsto – ha detto – domani per le conclusioni ci spostiamo all’aperto, altrimenti non ci stiamo”. Proprio ai primi cittadini e a chi si trova “in trincea contro il governo” Zingaretti ha ceduto i riflettori nel primo giorno della manifestazione.
Al fianco del governatore del Lazio, in prima fila per ascoltare gli interventi introdotti da Paola De Micheli, per una parte dei lavori ha fatto capolino anche Maurizio Martina. Piazza Grande è stato presentato come un evento non partitico, e infatti all’ex Dogana non si sono viste sventolare bandiere Pd. Ma sono stati molti i volti noti dem che si sono affacciati (molti di AreaDem di Dario Franceschini): Luigi Zanda, Roberta Pinotti, Franco Mirabelli, Francesco Russo, Stella Bianchi, Marco Miccoli, David Sassoli, Gian Claudio Bressa, Francesca Puglisi, Pierpaolo Baretta, Michela De Biase, Lorenza Bonaccorsi, Sesa Amici tra gli altri.
I veri protagonisti sono stati, però, gli amministratori locali. Come Virginio Merola (“basta con il capo di turno torni partito della gente”) o Pierfrancesco Majorino (“serve una nuova pagina del Pd con qualche cerchio magico in meno”). Oppure gli applauditissimi Damiano Coletta, sindaco di Latina, e Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri. Questo, in particolare, ha sferzato il Pd: “Con il Pd che si è vergognato di difendere lo ius soli, che sulla politica di accoglienza ha aumentato le morti e le tensioni nei centri Libici, con il Pd delle tessere che non si toccano non si può dialogare. Serve una rigenerazione”
Di nuovo il partito PD ( partito demente) il partito che a distrutto Italia e la economia???