Stadio della Roma, rischio processo per Lanzalone e politici Fi, Pd ed M5S

30 Ott 2018 18:28 - di Paolo Lami

Arrivano a conclusione le indagini sulle tangenti e gli scambi di favore per la costruzione del nuovo stadio della Roma che dovrebbe essere realizzato a Tor di Valle. E nella rete restano impigliati venti nomi che ora rischiano il processo: c’è Luca Parnasi, naturalmente, il costruttore a capo di quella che i pm della Procura di Roma definiscono, senza mezzi termini, un’associazione a delinquere. Ci sono cinque suoi collaboratori Luca Caporilli, Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri, Gianluca Talone e Simone Contasta, che, assieme a lui, avrebbero «avvicinato pubblici ufficiali» e «compiuto operazioni di intermediazione illecita» con la «promessa di dazione di denaro e di altre svariate utilità».
C’è l’uomo simbolo dei Cinque Stelle, Luca Lanzalone, avvocato, consulente tanto del sindaco M5S di Livorno, Nogarin, quanto della sindaca Raggi che lo volle sulla poltrona di presidente della municipalizzata Acea.
A rischio processo ci sono anche Claudio Santini, ex-capo di gabinetto al Mibac e l’architetto Paolo Desideri, Vanessa Aznar Ababire, amministratrice formale della Pixie Social Media srl, di cui Palozzi era amministratore di fatto, Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Giampaolo Gola, assessore allo sport del X Municipio, Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa, Luciano Costantini, dello studio legale Lanzalone, Stefano Sonzogni e Mariangela Masi.

Associazione a delinquere nata per ottenere favori sullo stadio

Quella del costruttore Luca Parnasi e dei suoi cinque collaboratori, era una associazione a delinquere nata con l’obiettivo, scrivono i pm nell’avviso di conclusione delle indagini relative all’inchiesta sull’impianto che dovrebbe sorgere a Tor di Valle, di «commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali riconducibili all’operatività del sodalizio».

Il ruolo dei politici di Forza Italia e Pd nella trattativa

A rischiare il processo sono anche politici tra cui Adriano Palozzi, all’epoca dei fatti vicepresidente del consiglio regionale del Lazio per Forza Italia, Michele Civita, ex-assessore regionale e attuale consigliere del Pd, Davide Bordoni, consigliere capitolino di Forza Italia e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti.
I pm ipotizzano anche una presunta corruzione nell’ambito della variante del progetto per lo stadio che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle,  licenziato nel febbraio dello scorso anno col taglio del 50 per cento delle cubature rispetto al progetto iniziale.

L’M5S Lanzalone prendeva soldi anche come presidente Acea

Con l’avviso di chiusura indagini si scopre che si aggrava la posizione di Luca Lanzalone, l’avvocato  genovese vicino al M5S chiamato dalla sindaca Raggi alla presidenza di Acea.
L’avvocato genovese, che attualmente si trova ancora agli arresti domiciliari e rischia di andare sotto processo per i reati di corruzione e traffico di influenze illecite, finora era finito sotto la lente della Procura capitolina per il suo ruolo di referente “di fatto” del Campidoglio nella trattativa con  la società Eurnova di Parnasi per la costruzione del nuovo stadio della Roma.
Ora però i pm sono arrivati alla conclusione che quello che Parnasi definiva “mister Wolf, il risolvi-problemi” come il noto “risolvi-problemi” interpretato da Harvey Keitel nel film Pulp Fiction, riceveva soldi e altre utilità anche in qualità di presidente di Acea.

A favore di Lanzalone lucrosi incarichi da Parnasi

In particolare, nel provvedimento di chiusura di indagine, i magistrati romani scrivono che «Parnasi prometteva, ed effettivamente erogava, in favore di Lanzalone, lucrosi incarichi in favore del suo studio legale» come contropartita «per lo svolgimento della sua funzione, rilasciando informazioni sullo stato delle pratiche amministrative in corso, partecipando alla delibera di conferma della dichiarazione di pubblico interesse ed all’intero iter procedurale relative al nuovo stadio della Roma, interessandosi per l’acquisizione di un immobile presso il Business park dello stadio dove trasferire la sede Acea».

Per i pm inoltre, «Lanzalone riceve importanti incarichi» in favore del suo studio legale da Fabio Serini per ottenere dall’avvocato genovese «utilità consistite nell’intervento presso al sindaca Raggi (estranea ai fatti ndr) per la sua nomina quale commissario straordinario dell’Ipa, l’istituto di previdenza e assistenza dei dipendenti capitolini, e «per la proroga della stessa nomina alla scadenza annuale».

Stralciato il filone dei finanziamenti a partiti e Fondazioni

La parte dei finanziamenti dati dal costruttore Luca Parnasi a fondazioni e partiti è stata stralciata dai pm capitolini, che hanno chiuso l’indagine principale sullo Stadio della Roma. Si indaga in particolare su 150mila euro dati dall’imprenditore alla Fondazione Eyu, vicina al Pd, e sui 250mila arrivati all’associazione Più Voci, vicina alla Lega.
In questo filone è inclusa la posizione dell’ex-capogruppo M5S in Campidoglio Paolo Ferrara, autosospesosi dal Movimento a seguito dell’inchiesta nella quale è stato iscritto per aver ricevuto presunti favori da Parnasi.
Tra i nomi per i quali i pm hanno già invece chiesto l’archiviazione ci sono il presidente del Coni, Giovanni Malagò e gli avvocati Mauro Vaglio e Daniele Piva.

Il ruolo del Soprintendente Prosperetti per superare il vincolo

Un intervento determinante nella vicenda del nuovo stadio della Roma è stato, secondo i pm titolari dell’indagine, quello di Francesco Prosperetti, titolare della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma che riuscì a  evitare il vincolo sulle tribune dell’ippodromo di Tor di Valle, realizzate alla fine degli anni ’50 dall’architetto Julio Lafuente. Prosperetti, si legge nell’avviso di conclusione delle indagini, «quale Soprintendente speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, chiamato ad intervenire nel procedimento avviato dal precedente Soprintendente per l’apposizione del vincolo monumentale sul ippodromo Tor Di Valle (vincolo che avrebbe paralizzato o comunque rallentato il procedimento per l’approvazione del progetto immobiliare denominato “Nuovo Stadio della Roma”, presentato dalla Eurnova srl), abusando della sua qualità e dei suoi poteri di pubblico ufficiale (previi accordi con Paolo Desideri), indebitamente induceva Luca Parnasi (presidente del Consiglio di amministrazione di Eurnova Srl) con la mediazione dei collaboratori di quest’ultimo, Luca Caporilli e Simone Contasta, ad attribuire a Paolo Desideri (amico del Prosperetti ed a lui legato in ragione del rapporto di collaborazione professionale con la figlia Beatrice) l’incarico professionale di “progettazione della ricollocazione e ricostruzione di una campata strutturale dell’ex-Ippodromo Tor Di Valle” (per un corrispettivo complessivo di oltre 200.000 euro, parzialmente corrisposto al Desideri) quale adempimento necessario al fine di richiedere l’archiviazione della proposta di apposizione del vincolo».

 

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