Troppi 12mila euro l’anno di tasse. Meloni: insostenibile, scriviamolo nella Costituzione
La pressione fiscale è in aumento. Ogni italiano versa mediamente all’erario quasi 8.300 euro di tasse all’anno. Le più gravose sono l’Irpef e l’Iva che incidono sul gettito tributario totale, che nel 2017 è stato di 502,6 miliardi di euro, per oltre la metà: precisamente per il 55,4 per cento. Se alle tasse aggiungiamo anche i contributi previdenziali, il peso complessivo del fisco su ciascun italiano si aggira attorno ai 12.000 euro all’anno. Nel 2017 la pressione fiscale si è attestata al 42,5 per cento. A dirlo è la Cgia, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre. “Per capire se nel 2018 pagheremo più o meno tasse dell’anno scorso – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – dovremo attendere la pubblicazione della nota di aggiornamento al Def prevista per il prossimo mese di settembre. Tuttavia, a seguito del rallentamento del Pil, è molto probabile che rispetto al 2017 la pressione fiscale sia destinata ad aumentare di qualche decimale, nonostante il carico fiscale per l’anno in corso non abbia subito alcun inasprimento. Per il 2019, invece, dovremo attendere la legge di Bilancio che dovrà essere approvata dal Parlamento entro la fine di quest’anno”. È importante ricordare che la pressione fiscale è data dalla somma delle entrate tributarie e previdenziali rapportata al Pil. L’Ufficio studi della Cgia, che da anni monitora il panorama fiscale italiano, è giunto alla conclusione che, nel complesso, il sistema è troppo esoso e molto frammentato, anche se la stragrande maggioranza delle entrate è riconducibile all’applicazione di poche tasse. Se, come dicevamo, Irpef e Iva assicurano il 55,4 per cento del totale del gettito tributario, quando allarghiamo lo sguardo alle prime 10 imposte elencate per importo riscosso, emerge che l’incidenza sul totale incassato sale addirittura all’85,2 per cento. Nel confronto con gli altri Paesi, la pressione fiscale (imposte, tasse, tributi e contributi previdenziali sul Pil) in Italia è la sesta più elevata dell’Ue dopo la Francia (48,7 per cento), la Danimarca (47,3), il Belgio (46,5), la Svezia (44,3) e la Finlandia (43,3).
Alle tasse non corrispondono i servizi
“Si tratta di una posizione ancor più negativa se si considera l’altra faccia della medaglia, ovvero il livello dei servizi che nel nostro Paese deve migliorare moltissimo. Il percorso assunto dal Governo e volto alla riduzione della pressione tributaria – dichiara il segretario della Cgia Renato Mason – è necessario e apprezzabile, ma dovrà procedere di pari passo con il miglioramento della qualità dei servizi e della loro qualità”. Tornando ai dati della ricerca, le tasse che pesano di più sui portafogli dei cittadini italiani sono l’Irpef e l’Iva. La prima (Imposta sul reddito delle persone fisiche) nel 2017 ha garantito alle casse dello Stato un gettito di 169,8 miliardi di euro (il 33,8 per cento ovvero un terzo del totale) mentre la seconda è stata pari a 108,8 miliardi di euro (21,6 per cento). Per le aziende le imposte che pesano di più sono l’Ires (Imposta sul reddito delle società), che nel 2017 ha consentito all’erario di incassare 34,1 miliardi di euro e l’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) che ha assicurato 22,4 miliardi di gettito. Altrettanto onerosa è l’imposta sugli oli minerali che l’anno scorso ha garantito 26 miliardi di gettito. Imu e Tasi, invece, hanno prelevato dalle tasche dei possessori di case, negozi e capannoni 21,5 miliardi, mentre l’imposta sull’energia elettrica e gli oneri di sistema ha consentito di riscuotere 14,4 miliardi di euro. In coda alla ”top ten” delle tasse versate dagli italiani scorgiamo i prelievi garantiti dall’addizionale regionale Irpef (11,8 miliardi), l’imposta sui tabacchi (10,5 miliardi) e l’imposta sul lotto e le lotterie (8,8 miliardi). Nel 2017 le restanti imposte (quasi un centinaio) hanno permesso alle casse dello Stato di incassare oltre 74 miliardi di euro.
La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni commenta questi allarmanti dati su Facebook: “Ogni italiano versa mediamente allo Stato 8.300 euro di tasse all’anno. Una spesa diventata ormai insostenibile per milioni di cittadini. Fratelli d’Italia chiede di mettere un tetto in Costituzione alle tasse. Il debito pubblico non lo si affronta tassando il più possibile ma tagliando in modo netto la spesa pubblica. Stop oppressione fiscale”, conclude la Meloni.
Quando in corso d’anno si cambia lavoro (non per propria volontà come è successo ai miei figli) si paga ancora di più. Confesso che non capisco molto di aliquote ma i miei figli si sono trovati a pagare migliaia di euro in più per questo. Uno, medico ospedaliero, è stato destinato ad altro ospedale per chiusura del suo reparto da parte di Zingaretti, Commissario ad Acta per il rientro della spesa sanitaria nel Lazio, nel nuovo Ospedale, pur essendo medico del SSN a tempo indeterminato, ha firmato un nuovo contratto di servizio come da regole amministrative, e per quell’anno ha pagato migliaia di euro in più di tasse.
Scusa il commento ma è da sempre che sostengo che comparare solo le percentuali è illogico. A parità di aliquote la situazione può essere completamente diversa se puoi scaricare tutto o se non puoi scaricare nulla. Quello che conta è il differenziale tra il lordo e l’imponibile (sul quale si calcola l’irpef). Se il mio lordo è 100 e scaricando tutto riesco a portare l’imponibile a 20 alla fine anche se ho una aliquota al 70% pago meno di quello che pagherei se avessi una aliquota al 35% e un imponibile che si discosta di poche migliaia di euro dal lordo.
D’accordo con Giorgia. Il grado di civiltà di una nazione è inversamente proporzionale al livello della pressione fiscale.