Supplente per 10 anni, il Tar dà ragione al prof: ministero condannato
Per dieci anni, tra il 2003 e il 2012, ha fatto il supplente di matematica e informatica in diversi istituti tecnici a Brescia, Bologna e Catania, fino a quando è entrato in ruolo. Poi ha fatto causa. E ora il Tar di Brescia ha deciso, sulla base di una sentenza del tribunale, che il Ministero dell’Istruzione dovrà versare al professore «le mensilità corrispondenti all’interruzione dell’attività lavorativa», ossia dovrà essere pagato anche per i periodi in cui non lavorava, con tanto di versamento dei contributi, perché, come stabilito dal giudice del lavoro, quegli anni di supplenza sono assimilabili «alla prestazione di attività lavorativa subordinata».
Supplente per 10 anni, il risarcimento
La decisione è arrivata dopo che il professore ha chiesto al Tar l’ottemperanza da parte del Ministero della sentenza del Tribunale di Brescia del 2016, sostenendo che, per ora, gli sono stati versati solo poco più di 700 euro rispetto agli oltre 25mila euro, a suo dire, dovuti. Il Tar spiega che sarà l’Ufficio scolastico della Lombardia a calcolare ciò che spetta all’insegnante. Due anni fa il giudice del lavoro aveva dichiarato «illegittima la reiterazione dei rapporti a tempo determinato», ossia delle supplenze, e aveva condannato «il Ministero a pagare, a titolo risarcitorio, una somma pari alle mensilità non corrisposte» equivalenti a quelle dei «docenti di ruolo e con riconoscimento degli scatti di anzianità via via maturati». E ciò per «tutti i periodi di interruzione del rapporto di lavoro dalla data del primo contratto sino all’immissione in ruolo, previa detrazione degli importi» già versati all’insegnante «a titolo di ferie e di indennità di disoccupazione».