L’Europa tra il sultano e lo Zar: un libro di Cardini spiega i rapporti tra Russia e Turchia
Negli ultimi anni la destabilizzazione degli Stati del Nordafrica, il tentativo di rovesciare il regime siriano, la nascita e la parabola dell’Isis-Daesh, il perdurare dei conflitti tra sciti (filo iraniani) e sunniti (con alle spalle l’Arabia Saudita), il ruolo di Israele, fino al ritorno della Russia come attrice importante sullo scacchiere mondiale, hanno reso il quadrante compreso tra il Mediterraneo orientale, il Golfo Persico, la regione delle sorgenti del Tigre e dell’Eufrate e del Caucaso un’area di pericolosa instabilità, potenziale incubatrice di futuri conflitti.
Quest’area è stata dalla fine del Seicento il cuore geopolitico del mondo, dove due potenze «terrestri», il sultanato ottomano e l’Impero zarista, si contendevano la massa continentale euroasiatica, mentre le due potenze «marinare» Inghilterra e Stati Uniti si succedevano come potenze oceaniche.
Con la fine della Prima guerra mondiale e il crollo quasi simultaneo dei due imperi terrestri, le nazioni europee entravano nel «Grande gioco» per la spartizione di un territorio ricco di materie prime.
La storia dell’Impero Ottomano dal primo assedio di Costantinopoli da parte del Sultano Murat II nel 1422 e la sua conquista da parte del figlio Mehmet II nel 1453 fino alla creazione dell’odierna Turchia, e le vicende dell’Impero dello Zar, dai primi insediamenti dei guerrieri-mercanti variaghi nella zona che sarebbe poi diventata la Russia fino alla rivoluzione bolscevica del 1917, sono ricostruiti minuziosamente da Franco Cardini nel volume Il Sultano e lo Zar. Due Imperi a confronto in libreria per i tipi della Salerno Editrice (pagg.276, €15).
Il libro ripercorre la storia dello scontro frontale tra il Sultano e lo Zar, tra un cristianesimo imperiale e un Islam sultaniale. Un confronto, quello tra Russia e Turchia, che continua ancora e rappresenta una delle chiavi per comprendere cosa sta avvenendo oggi tra il Vicino e il Medio Oriente.