Nel Pd di Martina è sempre guerra per bande. Calenda: «Siamo all’harakiri»

14 Lug 2018 13:04 - di Valerio Falerni

E continuavano a chiamarla unità. Ma di unitario, nel Pd affidato al segretario Maurizio Martina, c’è davvero poco. Basta scorrere le dichiarazioni di un ras territoriale come Michele Emiliano, governatore della Puglia, o leggere i tweet di un “irregolare” come Carlo Calenda per rendersi conto che il principale (l’unico?) partito della sinistra italiana è una pentola a pressione pronta a fare il botto. Eppure, nella giornata di ieri, l’accordo era sembrato a portata di mano con l’annuncio da parte di Martina della nuova segreteria politica, presentata ovviamente come «unitaria».

Emiliano stronca la segreteria «unitaria»

Dentro, infatti, c’è un po’ di tutto: dall’amletico Gianni Cuperlo, alla renzianissima Teresa Bellanova passando per una vecchia gloria come Marina Sereni. Ma è il nome di Francesco Boccia ad apporre il suggello dell’avvenuta ricomposizione del Pd. Boccia è infatti un fedelissimo di Emiliano, lo stesso (nemico giurato di Calenda) che solo qualche mese fa sembrò sul punto di mollare gli ormeggi in direzione del nascente LeU di Bersani e Pietro Grasso. Ma la ritrovata unità dura appunto lo spazio di un tweet: «Caro Maurizio Martina – vi si legge – abbiamo preso atto della tua volontà di avere Fronte Dem (cioè Boccia, ndr) nella segreteria del Pd ma non possiamo accettare la tua proposta senza garanzia di un profondo cambiamento di linea politica rispetto al disastroso passato. Conta sempre sulla nostra lealtà».

Calenda vuole Gentiloni al Nazareno

Un dietrofront, quello del governatore, che tradisce il suo mai accantonato progetto di giocare in prima persona al congresso che il Pd dovrebbe (il condizionale è d’obbligo in questi casi) celebrare nel prossimo febbraio, cioè a ridosso delle elezioni europee. Decisamente troppo per uno come Calenda che in un’intervista a Repubblica ha rimesso in pista il nome di Gentiloni per la guida del partito. Il suo commento è durissimo: «Non è una segreteria, è un harakiri. Oramai siamo alla farsa. Prima vanno dietro a Emiliano e nominano Boccia e poi si fanno dire di no da Emiliano. Che però promette eterna lealtà. L’unica cosa seria da fare è azzerare la segreteria e chiamare un congresso subito». E continuavano a chiamarla unità.

Commenti

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  • dino de fasto 15 Luglio 2018

    Chi semina vento…..