Artena, l’attore Giorgio Colangeli incanta tutti recitando Dante a memoria

23 Giu 2018 16:09 - di Redazione

Dante nella Commedia ha detto tutto, ci ha lasciato un’eredità sconfinata, che ci dà le risposte a tanti quesiti di oggi, persino più esaustive di quelle a suo tempo percepite dai contemporanei. E di queste risposte, incatenate alla musicalità delle terzine dantesche, conversano in un libro appena uscito, Il folle volo, edito da Castelvecchi, lo scrittore Lucilio Santoni e l’attore Giorgio Colangeli. Un dialogo tra due cultori di Dante che a volte è filosofico, a volte è esistenziale, e molto spesso si fa politico. I due autori hanno partecipato venerdì nella sala comunale del Granaio Borghese di Artena all’incontro pubblico – organizzato dal giornalista Luciano Lanna e dal Comune – dedicato proprio al libro Il folle volo (l’espressione con cui Dante definisce il viaggio di Ulisse) che è stata occasione per ribadire l’attualità di Dante e della sua opera più nota e anche la capacità della poesia di sintetizzare in modo potente una visione del mondo, un’etica, una verità di cui l’umanità non può fare a meno. “E’ per questo motivo – ha commentato Lucilio Santoni durante il suo intervento – che la poesia ci può rendere felici più di tutte le altre cose che sono in genere citate nelle Costituzioni”. Il momento più coinvolgente della manifestazione è arrivato quando Giorgio Colangeli, trent’anni di carriera teatrale alle spalle e lavori al cinema accanto a figure come Gassman e Scola, un David di Donatello vinto per la sua interpretazione nel film L’aria salata, ha recitato a memoria il canto di Ulisse dall’Inferno e il canto conclusivo dell’opera dantesca, il XXXIII del Paradiso, dove c’è la bellissima preghiera di San Bernardo alla Vergine. Colangeli è stato protagonista di una performance superba, un omaggio ad Artena, paese in cui vive, e a un poeta immortale ma anche alla cultura dell’oralità che si va ormai del tutto perdendo. “Una cultura – ha detto Lanna introducendo la serata – sulla quale da Omero in poi è fondata la nostra civiltà e che è la forma privilegiata in cui la poesia viene comunicata e ascoltata”. L’incontro si è chiuso con i saluti del sindaco Felicetto Angelini, affiancato dall’assessore alla Cultura Lara Caschera e dal cultore della storia artenese Vittorio Aimati.

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