Israele all’Argentina: è vergognoso cedere ai ricatti di chi coltiva l’odio

6 Giu 2018 15:52 - di Guglielmo Gatti

Il ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman contesta la decisione di cancellare per motivi di sicurezza l’amichevole di calcio tra l’Argentina e Israele in programma sabato a Gerusalemme dopo le proteste palestinesi: per Lieberman si tratta “di una vergogna il fatto che le star del calcio argentino abbiano ceduto alle pressioni di coloro che odiano Israele e il cui unico scopo è nuocere al diritto di Israele all’autodifesa e causare la sua distruzione”. “Non ci piegheremo alle voci di chi appoggia l’antisemitismo e il terrorismo”, ha aggiunto. Dall’ambasciata argentina in Israele è intanto arrivata la conferma ufficiale della decisione adottata: la sede diplomatica riferisce di avvertimenti e minacce da parte di gruppi palestinesi contro la squadra e il suo capitano Lionel Messi. Sul suo account Twitter, l’ambasciata parla di “minacce e provocazioni” dirette a Messi esprimendo “rincrescimento” per la cancellazione della partita in programma per sabato. La decisione di cancellare la partita è stata oggetto di due telefonate tra il premier Benjamin Netanyahu e il presidente argentino Mauricio Macri la notte scorsa: il premier israeliano ha chiesto a Macri di convincere la squadra a non rinunciare all’impegno e stando a quanto trapelato dall’ufficio del premier israeliano Macri avrebbe detto di non avere potere di influenza sulla scelta. Secondo un funzionario, le possibilità che l’incontro si facesse erano poche dato che Macri non può costringere i giocatori a recarsi in Israele. “Macri può esercitare una certa influenza, ma la decisione è loro ed hanno paura di venire con questo clima”. Le ire dei palestinesi per l’amichevole tra Argentina e Israele nascono dalla decisione dei leader israeliani di “politicizzare” la partita scegliendo di spostare l’evento da Haifa a Gerusalemme: è quanto ha sostenuto il capo della Federcalcio palestinese, Jibril Rajoub, in dichiarazioni al Times of Israel dopo che il match – come confermato dall’ambasciata israeliana in Argentina – è stato annullato tra un’infinità di polemiche. “Se la partita in programma tra Argentina e Israele si fosse giocata a Haifa”, come inizialmente previsto, “non avremmo mai immaginato di contestare” il match, ha affermato Rajoub, convinto che l’annullamento della partita sia una “vittoria per lo sport”. Per il capo della Federcalcio palestinese, tutto è cominciato con la decisione del ministro israeliano della Cultura e dello Sport, Miri Regev, di spostare la partita a Gerusalemme (che gli Stati Uniti hanno da poco riconosciuto come capitale di Israele) e “trasformarla così in un evento politico”.


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