«Dell’Utri andrebbe scarcerato»: ora lo dicono anche nel Pd

26 Giu 2018 16:42 - di Viola Longo
dell'utri carcere

«Le condizioni di salute di Marcello Dell’Utri dovrebbero essere valutate con senso di umanità. Se il regime di detenzione è incompatibile con le cure, soprattutto per quei soggetti affetti da patologie gravi, è giusto permettere ai detenuti di curarsi all’esterno». A dirlo stavolta è un esponente del Pd, Davide Faraone, capogruppo dem in Commissione sanità al Senato, che si è recato in visita al carcere di Rebibbia, insieme a una delegazione del Partito radicale composta da Maria Antonietta Farina Coscioni e da Irene Testa. In particolare, la visita si è concentrata sulla sezione dell’istituto che ospita i detenuti malati.

Faraone ha quindi auspicato che le decisioni su dove possano e debbano curarsi i detenuti malati siano ispirate oltre che «al senso di umanità, anche a ragioni costituzionali». Un discorso che vale in pieno per Dell’Utri. «Crediamo che il caso Dell’Utri rientri in questa categoria e questa sua delicata vicenda debba essere trattata con grande forza, così come occorre riportare al centro dei riflettori le enormi criticità del sistema sanitario all’interno delle carceri», ha detto Faraone, aggiungendo che con le esponenti radicali ha incontrato «i detenuti malati, i disabili e abbiamo potuto anche scambiare due chiacchiere con Marcello Dell’Utri durante l’ora d’aria».

Faraone ha quindi ricordato che all’ex senatore azzurro «resta poco più di un anno di pena da scontare, non sta bene, ma fa di tutto per nasconderlo». «La politica non gli interessa, studia, segue lo sport e quando gli ho detto che ero del Pd mi ha risposto “perché ancora esiste?”. Ci siamo fatti una risata, sapendo entrambi che in quel posto ridere è un privilegio». «Come in tutte le carceri, anche a Rebibbia, è molto alto il numero di malati psichiatrici, molti di questi in attesa di essere trasferiti nelle Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), che sono ancora 30 in tutta Italia, non in grado di accoglierli tutti. Ci sta a cuore – ha concluso l’esponente Pd a nome della delegazione – conoscere i dati sull’utilizzo massiccio della camicia di forza chimica dei reclusi».

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