Comunali, bye bye “Regioni rosse”: il Pd si prepara a perdere anche Siena

8 Giu 2018 13:02 - di Valeria Gelsi
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Sono 761 i Comuni chiamati al voto domenica. Di questi 109 hanno più di 15mila abitanti e 20 sono capoluoghi. Le previsioni della vigilia per questa tornata di comunali parlano di una vittoria generalizzata che sarà spartita tra centrodestra e M5s. Un dato che, letto al negativo, significa un nuovo cappotto per il Pd, uscito come è uscito dal voto politico e dalle successive regionali di Molise e Friuli Venezia Giulia. È soprattutto la Toscana, però, a catalizzare le attenzioni, perché se altrove il risultato pronosticato sta nel corso naturale delle cose, qui significherebbe la fine definitiva di un’era e di un modo di leggere l’Italia politica: significherebbe la capitolazione di quelle che una volta venivano indicate come “regioni rosse” e che oggi sarebbe più opportuno indicare come regioni a enclave rosse.

Grosseto, Arezzo, Pistoia, Carrara e Livorno – le prime tre guidate dal centrodestra, le ultime due dal M5S – hanno già cambiato colore da tempo. Ora con questa tornata di comunali, a quanto pare, ci sono alte possibilità che la stessa strada venga intrapresa da Siena, Pisa e Massa. Una debacle, che trova nella città del Monte Paschi il suo simbolo più forte. Tra crollo di un certo sistema di potere, lotte interne e incapacità di trovare nuovi strumenti e linguaggi della politica, il Pd qui incarna anche a livello locale tutte le sue criticità nazionali. L’area Pd o ex Pd ha in campo il sindaco uscente Bruno Valentini, la cui candidatura è stata osteggiata dal suo stesso partito, Alessandro Pinciani, descritto dal Foglio come «iscritto al Pd e pronto a essere espulso», l’ex Ds Pierlugi Piccini, «l’ex sindaco degli anni Novanta, l’eldorado senese – scrive Repubblica – all’ombra del Monte Paschi», e l’ex consigliere Pd Alessandro Pinciani. Non la migliore premessa per una vittoria, insomma, cui si aggiunge la presenza di un candidato a sindaco con la lista “Sinistra per Siena”, Alessandro Vigni, e di un paio di civiche. Dall’altra parte c’è l’avvocato Luigi De Mossi, sostenuto dal centrodestra, che alla sua destra ha come competitor il generale della Folgore, Sergio Fucito, sostenuto da CasaPound.

Alle comunali di Siena non ci sono, invece, i Cinquestelle. Ed è proprio sul loro pacchetto di voti che potrebbe eventualmente giocarsi la possibilità per qualche esponente del centrosinistra di arrivare al ballottaggio. Il Pd ha strizzato l’occhio all’elettorato pentastellato aggiungendo al proprio programma punti su acqua pubblica, trasparenza e partecipazione. Nell’entourage dell’ex sindaco Piccini, avversario dei dem, però, secondo quanto riportato da Repubblica, si dicono sicuri che quei voti «finiranno in buona parte da noi, perché votare il Pd proprio non si può». E se il M5s non si sbilancia, sostenendo che non c’è un «automatismo» tra il governo giallo-verde e il trasferimento dei sui voti alla Lega e quindi al centrodestra, non ha dubbi, invece, il coordinatore regionale di Forza Italia Sefano Mugnai: «Succederà (il travaso M5s-centordestra), la voglia di mandare a casa il Pd è forte». Del resto, lo stesso Lorenzo Guerini, già vicesegretario del Pd, ammette: «In Toscana vediamo arrivare adesso quello che altrove c’è stato due anni fa».

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