Riabilitazione Berlusconi, la Procura minaccia: «Valuteremo se fare opposizione»
«Non abbiamo ancora letto il provvedimento, solo dopo valuteremo cosa fare». Il procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso, contattato dall’Adnkronos, replica così alla decisione del Tribunale di Sorveglianza che riabilita Silvio Berlusconi. La procura generale, che attende le motivazioni dell’ordinanza, ha 15 giorni di tempo per presentare opposizione alla decisione della Sorveglianza che cancella gli effetti della legge Severino, intervenuta dopo la condanna a quattro anni per frode fiscale nel processo relativo ai diritti tv Mediaset. La decisione di ricorrere in Cassazione non è scontata.
I giudici della Sorveglianza hanno ritenuto – da quanto trapela – che Berlusconi ha risarcito il suo danno, si è ravveduto rispetto al reato per il quale è stato giudicato e ha messo in atto una «buona condotta» (rapportata e valutata alla luce della gravità del reato per il quale si chiede la riabilitazione) per il periodo intercorso dalla condanna fino alla scadenza dei tre anni che la legge prevede che debbano trascorrere dall’espiazione completa della pena.
Denunce e processi per fatti successivi alla sentenza a cui si riferisce l’istanza di riabilitazione non sono per legge automaticamente ostativi alla concessione della riabilitazione, ma sono valutati caso per caso dal Tribunale per trarre elementi di convincimento rispetto al giudizio complessivo, positivo o negativo, del requisito della buona condotta e del conseguimento del ravvedimento.
La riabilitazione può essere revocata – al di là della possibilità della procura generale di ricorrere in Cassazione – richiamando quanto stabilito dall’articolo 180 del codice penale. «La sentenza di riabilitazione – si legge – è revocata di diritto se la persona riabilitata commette entro sette anni un delitto non colposo, per il quale sia inflitta la pena della reclusione per un tempo non inferiore a due anni, od un’altra pena più grave».