Tesi choc su “Famiglia Cristiana”: «Carità con i preti pedofili e basta celibato»

5 Apr 2018 15:48 - di Monica Pucci

«Su preti e pedofilia, la Chiesa fa bene a denunciare, ma deve saper andare oltre lo scandalo: la tolleranza zero è necessaria, ma non sufficiente, ci vuole carità». È quanto sottolinea a “Famiglia Cristiana” frate Michael Davide Semeraro (nella foto), monaco benedettino, che nella comunità di Rhemes-Notre Dame in Valle d’Aosta accoglie anche alcuni sacerdoti colpevoli di abusi sessuali e dimessi dallo stato clericale, autore del libro “Preti senza battesimo?” pubblicato dalle edizioni San Paolo e in uscita da giovedì prossimo.«Dietro la pedofilia c’è una persona verso la quale bisogna usare tutta la carità possibile, aiutandola e alle volte obbligandola a lasciare il ministero e proseguire il suo cammino nella Chiesa – spiega Semeraro -Se un prete non riesce a trovare un equilibrio psico-affettivo deve lasciare il sacerdozio, ma bisogna dargli una possibilità di salvezza e redenzione come battezzato». Finora non è stato fatto così?, gli viene chiesto: «Solo in parte – risponde il monaco benedettino – Una enfatizzazione eccessiva sul sacerdozio rischia di creare un paradosso terribile, ossia una volta che uno non è più prete, non è più nulla. Invece resta un battezzato come tutti gli altri».

Frate MichaelDavide Semeraro di Rhemes-Notre-Dame, nell’intervista, parla anche del celibato dei preti: «Bisogna domandarsi come i preti possano vivere in modo armonioso il loro servizio alla Chiesa coniugandolo con la propria vita sessuale e affettiva. Dovrebbe essere una scelta nella scelta, il celibato e la verginità sono carismi, che vanno oltre il ministero. Il quale è sentire una vocazione a mettersi a disposizione per servire nella Chiesa, poi è la comunità a decidere che tipo di servizio chiedere a chi si rende disponibile a servire».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Laura Prosperini 5 Aprile 2018

    mah ogni prete/frate ora dice la sua,
    la Chiesa non si regge sulle opinioni contingenti o sulle mode del momento (Bergoglio permettendo)
    ma su fondamenti Teologici atemporali.
    Sulla pedofilia abbiamo direttamente da Gesù Cristo nostro Signore un giudizio (direi definitivo)
    altro che Carità, per il celibato, se qualche prete/frate non riesce nella promessa/voto di castità potrebbe voler dire, semplicemente, che la sua Vocazione non è poi così forte, così decisa,
    si tolga la tonaca e partecipi al sociale in modo diverso, magari lavorando.