Meglio tardi che mai: i terroristi Eta chiedono scusa per gli 800 morti
“Ci dispiace davvero”. Dopo quasi mezzo secolo di lotta armata e oltre 800 morti, l’Eta ha chiesto scusa. Euskadi Ta Askatasuna (Paese basco e libertà) ha compiuto il passo con il messaggio inviato l’8 aprile a due quotidiani baschi, Gara e Berria, e pubblicato oggi, quando mancano 2 settimane all’annuncio dello scioglimento definitivo dell’organizzazione. “Eta, organizzazione socialista rivoluzionaria basca di liberazione nazionale, con questa dichiarazione vuole riconoscere il danno che ha causato nel lungo periodo di lotta armata e mostrare il suo impegno per superare in maniera definitiva le conseguenze del conflitto”, affinché tutto questo “non si ripeta”. “In questi decenni il nostro popolo ha sofferto molto: morti, feriti, torturati, sequestrati. O persone che si sono state costrette a fuggire all’estero. Una sofferenza eccessiva”, si legge ancora. L’organizzazione “riconosce la responsabilità diretta” nelle vicenda che hanno provocato “questo dolore” e “vuole affermare che nulla di tutto questo sarebbe mai dovuto accadere o che non avrebbe dovuto durare così a lungo: questo conflitto politico e storico avrebbe dovuto avere una giusta soluzione democratica giusta già da molto tempo. In effetti, la sofferenza ha regnato prima dell’Eta, e ha continuato a regnare dopo che l’Eta ha abbandonato la lotta armata”.
Il 5 maggio annuncerà lo scioglimento
Il 5 maggio l’Eta in Francia annuncerà lo scioglimento definitivo, ponendo fine ad un’epoca cominciata nel 1959 con la creazione dell’organizzazione che, in piena dittatura franchista, ambiva alla realizzazione di uno stato indipendente tra Spagna e Francia. La lotta armata, tra il 1968 e il 2010, ha provocato 829 vittime, quasi la metà civili. “Siamo consapevoli che in questo lungo periodo di lotta armata abbiamo provocato molto dolore, compresi tanti danni che non hanno rimedio. Vogliamo mostrare il rispetto nei confronti dei morti, dei feriti e delle vittime provocate dalle azioni dell’Eta. Ci dispiace davvero”, ribadisce la dichiarazione. “A causa di errori o di decisioni sbagliate, l’Eta ha causato anche vittime che non erano direttamente coinvolte nel conflitto, sia nel Paese Basco che all’esterno. Sappiamo che, costretti dalle necessità di ogni tipo nell’ambito della lotta armata, le nostre azioni hanno danneggiato cittadini e cittadine che non avevano alcuna responsabilità”, prosegue l’organizzazione. “Riconosciamo tutti la responsabilità e il danno causato. Pur non avendo lo stesso punto di vista o gli stessi sentimenti, dovremmo tutti riconoscere, con rispetto, la sofferenza subita da altri: questo è ciò che l’Eta vuole esprimere”, si legge ancora, in un invito a una riflessione collettiva e generale, in vista di un nuovo capitolo.
Rajoy: Eta battuta dalla nostra democrazia
“Per il futuro, la riconciliazione è uno degli obiettivi da raggiungere nel Paese Basco. È qualcosa che si sta realizzando con onestà tra i cittadini. È un esercizio necessario per conoscere la verità in modo costruttivo, chiudere le ferite e garantire che questa sofferenza non si verifichi più”, conclude la dichiarazione, che ha provocato reazioni contrastanti. Secondo il governo di Mariano Rajoy, il mea culpa “non è altro che la conseguenza della forza dello stato di diritto” che si è imposto “con le armi della democrazia”. “È positivo che l’organizzazione terroristica chieda perdono alle vittime. Perché le vittime, con il loro ricordo e la loro dignità, sono state determinanti nella sconfitta dell’Eta”, hanno evidenziato fonti dell’esecutivo. Per l’Associazione delle vittime del terrorismo (Avt), invece, il comunicato rappresenta una ”farsa”. L’Eta “giustifica una volta ancora la propria attività terroristica come inevitabile, difensiva e prodotta da un conflitto inesistente e inventato”.