Cuba domani alle urne, finisce l’èra dei Castro. Ma non il regime comunista

10 Mar 2018 17:35 - di Redazione

Presto Cuba non avrà più un presidente della famiglia Castro. Il processo di ricambio generazionale comincia domenica quando otto milioni di cubani saranno chiamati a eleggere il parlamento. Saranno poi i deputati a scegliere il nuovo presidente il 19 aprile. Il voto sarà senza sorprese: i candidati, passati al vaglio del Partito comunista al potere, sono in tutto 605 e corrono per lo stesso numero di seggi. E nessuno dubita che il prossimo presidente sarà l’attuale Miguel Diaz Canel, 57enne vice di Raul Castro. Successore del fratello maggiore, il defunto lìder maximo Fidel Castro, l’86enne Raul aveva promesso che non sarebbe stato presidente per più di due mandati. Ora si appresta a mantenere l’impegno, ma non certo a uscire di scena. Rimarrà infatti leader del Partito comunista almeno fino al prossimo congresso del 2021. E conserva il grado di Generale dell’Esercito, ovvero di massima autorità delle forze armate cubane. Finisce l’era dei leader carismatici che hanno vissuto la rivoluzione del 1959, ma il ricambio generazionale è costruito per mantenere la continuità. Diaz Canel proviene dai ranghi della gioventù comunista ed è stato capo del partito a livello provinciale. Entrato al governo come ministro dell’Istruzione Superiore, poi è diventato primo vice presidente. Rimasto un passo indietro a Raul, ha ultimamente assunto maggiore visibilità: a ottobre è stato affidato a lui il discorso per il cinquantesimo anniversario della morte di Che Guevara, simbolo della rivoluzione. Il nuovo parlamento, di cui faranno parte i vertici del partito, compreso Raul Castro, s’insedierà il 19 aprile. La data non è casuale: si tratta dell’anniversario del fallito tentativo di sbarco della Baia dei Porci organizzato negli 1961 dagli Stati Uniti del democratico Kennedy per rovesciare Fidel Castro. I deputati eleggeranno i 31 membri del Consiglio di Stato, principale organo di governo di Cuba assieme al politburo del partito. Il Consiglio sceglierà al suo interno il presidente cubano.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • J. 24 Marzo 2018

    Massimiliano il fatto di essere borghesi non vuol dire nulla, hanno dedicato tutta la loro vita alla causa della classe lavoratrice e meritano rispetto, del resto fu Lenin a dire che il proletariato da sé non può maturare una coscienza di classe rivoluzionaria. Studia! Che poi Cuba affamata vorrei vedere dove, la nostra sanità al confronto di quella cubana è degna del Malawi. Almeno loro hanno dei governi legittimi ed eletti dal popolo, altro che lo schifoso e immondo regime italiano schiavo di Washington. Forza Cuba!

  • Massimiliano di Saint Just 11 Marzo 2018

    Cuba l’affamata, frutto del tradimento di 2 figli della Borghesia, Castro e Che Guevara, così come il comunismo di Marx ed Engels , anch’essi figli di borghesi!

  • Enrico Longhi 11 Marzo 2018

    sembrano le parlamentarie grilline: gli eletti sono decisi prima delle elezioni…