Berlusconi vuole tornare in campo da protagonista: «Giudici, riabilitatemi»

30 Mar 2018 15:44 - di Valerio Falerni

Una corsa contro il tempo nel (malaugurato) caso si dovesse tornare alle urne nel giro di pochi mesi. C’è anche la chiave di lettura politico-elettorale dietro l’istanza presentata dagli avvocati di Silvio Berlusconi lunedì 12 marzo scorso, quattro giorni dopo i canonici tre anni prescritti dalla legge per chiedere ai giudici di essere riabilitato. Un obiettivo politico, oltre che personale, dal momento che la riabilitazione consentirebbe al Cavaliere di scendere in campo ancora una volta cancellando così l’onta dell’incandidabilità fissata dalla legge Severino a corredo della condanna a quattro anni per frode fiscale inflittagli da una controversa sentenza emessa da una sezione feriale della Cassazione il 1° agosto del 2013.

Presentata l’istanza al Tribunale di sorveglianza di Milano

Come si ricorderà, contro il divieto previsto dall’articolo 15 della “Severino”, Berlusconi ha pendente un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. La sentenza, però, non arriverà prima del prossimo autunno, cioè a circa un anno di distanza – era il novembre 2017 – dall’apertura del fascicolo a Strasburgo. L’iter della riabilitazione è tutto condizionato dalle date. Tre dei quattro anni di reclusione inflitti a Berlusconi, infatti, furono cancellati dal condono. Quello residuo fu espiato attraverso un’attività di volontariato a beneficio di anziani ricoverati in una struttura di Cesano Boscone durata fino all’8 marzo del 2015. Da quella data hanno cominciato a decorrere i tre anni al termine dei quali la riabilitazione può essere concessa. Nessun problema, inoltre, dovrebbe venire all’ex-premier da pendenze giudiziarie tuttora in corso, a cominciare dal recente rinvio a giudizio nel cosiddetto Ruby-ter sebbene la norma preveda che durante quegli stessi ultimi tre anni «il condannato abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta». In questo caso, tuttavia, sentenze della Cassazione stabiliscono che i processi pendenti non possono essere presi in considerazione per valutare la buona condotta. Occorrerebbe una sentenza ma al momento, di imminenti, non ce ne sono.

Se accolta, Berlusconi potrà ricandidarsi

L’ultima parola, quindi, spetta al Tribunale di sorveglianza di Milano. L’istanza di riabilitazione sarà trattata in camera di consiglio, non in un’udienza, con un iter procedurale abbastanza spedito, non più di tre mesi, se non due addirittura. Questa, almeno, è la tempistica media di Milano. Dovesse valere anche per Berlusconi, l’eventuale verdetto a lui favorevole cambierebbe la traiettoria della politica. E si può scommettere che il basso profilo di questi giorni, una volta che il Cavaliere ritornerà in sella, sarà solo un ricordo.

 

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