Nell’Afghanistan “pacificato” 3.500 civili morti e 7.000 feriti nel 2017
Sono 3.438 i civili uccisi e 7.015 quelli rimasti feriti nel 2017 in Afghanistan. Lo denunciano le Nazioni Unite nel loro rapporto annuale sulle vittime civili. Rispetto al 2016, i dati dimostrano una diminuzione del 9 per cento nel numero di vittime. L’Onu precisa che i dati presentano un’approssimazione in difetto in quanto non sono disponibili quelli delle vittime nelle zone controllate dai Talebani. Le prime cause di morte di civili, circa il 40 per cento, sono da ricercare negli attentati suicidi o nell’uso di ordigni improvvisati. In particolare, il 22 per cento del totale delle vittime civili, 605 morti e 1.690 feriti, è stato causato da attentati suicidi. Il 16 per cento di questi attentati si è verificato a Kabul. L’attentato più grande, quello davanti all’ambasciata di Berlino a Kabul, ha causato la morte di 92 persone e il ferimento di altre 491. Il numero di vittime per attentati suicidi è aumentato del 17 per cento nel Paese rispetto al 2016. Si tratta del numero più alto dal 2009, quando l’Onu ha iniziato a elaborare rapporti in merito. Le Nazioni Unite sottolineano che nel 2017 si è assistito a un aumento degli attacchi contro i luoghi di culto, i leader religiosi e i fedeli. Lo scorso anno sono stati condotti 38 attacchi di questo tipo che hanno causato la morte di 297 persone. Il sedicente Stato Islamico (Isis) è responsabile di un gran numero di questi attacchi, soprattutto contro moschee sciite.