Addio a Sergio Denti, l’ultimo assaltatore della X Mas (video)
Addio a Sergio Denti, protagonista dell’ultima azione in guerra dei mezzi d’assalto della X Mas, sotto il comando di Junio Valerio Borghese, durante la Repubblica Sociale di Salò. È morto a Pontassieve (Firenze), dove sabato 10 febbraio si sono svolti i funerali, all’età di 93 anni. Enrico Nistri gli ha dedicato un’appassionante, documentata biografia (“L’ultimo assaltatore. Sergio Denti dalla Regia Marina alla X Mas”, Sassoscritto, Firenze, pp. 220, euro 15).
Nella X Mas l’impresa leggendaria del 1945
Nato il 3 giugno 1924 a Prato, Sergio Denti entra giovanissimo nello studio di del pittore Ottone Rosai. Ma l’amore per il mare e il desiderio di difendere la patria in guerra lo spingono nel 1940 a falsificare la firma del padre per arruolarsi nella Regia Marina. A bordo della torpediniera “Orsa” Denti partecipa a operazioni di scorta ai convogli e caccia ai sommergibili, guadagnandosi svariate decorazioni e una ferita. Dopo l’8 settembre 1943 rifiuta il prolungamento di una licenza di convalescenza e aderisce alla Repubblica Sociale Italiana fondata da Benito Mussolini. Inviato a La Spezia, incontra Valerio Junio Borghese e si arruola nella X Mas, dove combatte come pilota di mezzi d’assalto in missioni suicide. Il 17 aprile 1945 con il suo barchino esplosivo mette fuori combattimento la torpediniera francese Trombe, in un’impresa che ha del leggendario.
Dalla X Mas all’epurazione: una vita controcorrente
Per il suo passato nella “Decima” viene imprigionato a Taranto, ma presto rilasciato e affidato a James Angleton, dei servizi segreti americani, che sta reclutando ex combattenti per una possibile guerra contro i comunisti che vogliono insorgere e prendere il potere in Italia. Sergio grazie ad Angleton riceve denaro e cibo, ed aiuta ex combattenti come lui a rimettersi in sesto. Tra questi il presentatore Raimondo Vianello e i fratelli, che in quei giorni sono alla fame come molti reduci di Salò. La guerra con i comunisti non ci sarà, nel ‘46 la monarchia perde al referendum e Sergio Denti torna alla vita civile, visto che la Marina Militare lo allontana, perché ha militato nella repubblica di Salò. Sergio diventa mercante d’arte. Verrà riavvicinato dalla Marina militare in modo indiretto tramite l’ammiraglio Gino Birindelli, che lo affilia nella P2 di Licio Gelli, per il suo passato eroico. Ma di quella affiliazione non trarrà alcun beneficio. Sergio «non diventerà ricco ma avrà la soddisfazione di aver vissuto, in pace e in guerra, in coerenza con i suoi ideali», ha scritto Nistri nel libro che ripercorre la sua biografia.
Presente.
Solo ora vengo a conoscenza della perdita del Camerata Sergio Denti,ebbi l’onore e il piacere di conoscerlo di persona,ho ancora una cosa sua con una dedica bellissima alla mia persona,sono profondamente rattristato .
Se abbiamo avuto la libertà e il comunismo da Noi e arrivato solo dopo la caduta del muro di Berlino,grazie all’aiuto di quello schifo ”fini’ lo dobbiamo a Uomini come Sergio Denti!
Decima marinai! Presente!’
Non ci resta niente d’aggiungere – anch’io ho avuto l’onore di conoscere il Camerata Segio Denti personalmente all’occasione di diverse gare internazionali di tiro in Bassa Baviera negli anni 90. Sergio è stato un grande uomo che ha dedicato la sua gioventù alla libertà della sua patria e dell’Europa!
Decima marinai!
Tuo camerata tedesco
Rainer
Uomini da far conoscere agli Italiani.
il nostro onore si chiama fedeltà
Ben triste commento lo scimmiottare il motto delle SS nel tentativo di rendere onore ad un eroe Italiano di una formazione che con la politica e – ancor più – con i tedeschi e le SS ben poco aveva in comune, tanto da cercare – finchè non vi fu costretta – di evitare la guerra civile fratricida
Legga i libri di De Felice e Bocca sulla Xa, quelli dei reduci Nesi e Nistri, o al limite si faccia anche solo un giro sulla pagina dediata alla Xa della bistrattata Wikipedia online e, magari, riuscirà ad andare oltre alla ‘moda neonazista’ di questi ultimi anni.