La Cgia: «Ma quale ripresa economica. Nel 2018 l’Italia sarà ultima nell’Ue»

13 Gen 2018 12:06 - di Redazione
pil italia

La ripresa economica che si è consolidata nel 2017 (+ 1,5% circa) rischia di affievolirsi già a partire da quest’anno. A lanciare l’allarme è l’Ufficio studi della Cgia, secondo il quale, in base agli ultimi dati di previsione elaborati dalla Commissione europea per il 2018, il Pil reale dell’Italia è destinato ad aumentare dell’1,3%, il peggior risultato dell’Ue.

Italia fanalino di coda nell’Ue per crescita del Pil

Tra tutti i 27 paesi Ue monitorati, nessuno conseguirà una crescita più contenuta della nostra. La Grecia, ad esempio, che solitamente è il fanalino di coda europeo, quest’anno aumenterà la propria ricchezza del 2,5%, mentre la Francia segnerà il +1,7%, la Germania il +2,1% e la Spagna il +2,5%. E anche i consumi delle nostre famiglie (+1,1%) e quelli della Pubblica amministrazione (+ 0,3%) registreranno le variazioni di aumento tra le più deboli in tutta l’Ue. «Un risultato molto preoccupante, visto che la somma dei valori economici di queste due componenti costituisce l’80% circa del nostro reddito nazionale totale», commenta la Cgia. Va meglio in materia di tasse, ma c’è un “ma” frutto delle scelte del governo Gentiloni. «Al netto di eventuali manovre correttive e degli effetti economici del cosiddetto bonus Renzi, stimiamo che la pressione fiscale generale sia destinata a scendere al 42,1%: 0,5 punti in meno rispetto al dato 2017. Prosegue, quindi, la discesa iniziata nel 2014. Il risultato del 2018, comunque, sarà ottenuto grazie al trend positivo del Pil nominale che aumenterà di oltre 3 punti percentuali e non a seguito di una contrazione del gettito fiscale che, invece, salirà del 2 per cento», sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo.

Tasse più pesanti a causa del governo Gentiloni

Non solo, per Zabeo, «se il governo Gentiloni non avesse fatto slittare sia l’introduzione dell’imposta sui redditi sulle società di persone e imprese individuali sia la cancellazione degli studi di settore, il carico fiscale generale avrebbe subito una contrazione decisamente superiore, soprattutto a vantaggio delle piccole e micro imprese». La Cgia, sottolinea che il livello di crescita raggiunto nel 2017 è lo stesso di quello che si registrava nel 2003 e per recuperare la situazione ante crisi (2007) le previsioni di crescita elaborate da Prometeia dicono che bisognerà attendere il 2022-23. Se per le esportazioni abbiamo recuperato il livello pre crisi già nel 2014, per «colmare» i consumi delle famiglie e gli investimenti (pubblici e privati) persi in questi 10 anni di crisi dovremo invece attendere rispettivamente il 2019-20 e il 2030.

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