Iraq, dopo 3 anni riapre la strada che collega Mosul al Kurdistan Iracheno
tre anni di blocco, di viabilità interdetta, di collegamenti impediti tra il resto del Paese e la Regione Autonoma del Kurdistan Iracheno: e oggi, finalmente, la riapertura garantita dalle Forze di Sicurezza irachene della principale strada che collega la città di Mosul con la vicina provincia di Duhok. Una nuova conquista, segno di un graduale ritorno alla normalità, possibile anche grazie all’intervento dei militari italiani che stanno coadiuvando le Forze di Sicurezza Irachene e Curde nella realizzazione di una cornice di sicurezza in grado di consentire alla popolazione di potersi nuovamente muovere liberamente attraverso le due Province.
Iraq, dopo 3 anni riapre la strada tra Mosul e Duhok
Un nuovo, simbolico esempio, che si incastona nell’ambito del processo di normalizzazione dell’area della Diga di Mosul, che ha previsto anche la riapertura dei check point lungo il confine della Regione Autonoma del Kurdistan dove, dunque, migliaia di famiglie potranno ritrovarsi, dopo diversi anni di separazione, e grazie al quale il processo di stabilizzazione potrà svilupparsi anche su una delle principali direttrici del Nord dell’Iraq. Chiusa alla fine del 2014, dopo che le Forze Irachene e Curde avevano limitato l’espansione di Daesh, dalla Provincia di Ninewa (Mosul) a quella di Duhok, la strada era rimasta inaccessibile al transito attraverso la Kurdish Defence Line che segnava il principale fronte difensivo dalle forze del sedicente stato islamico. La sua chiusura aveva tuttavia impedito, per anni, di poter mantenere le relazioni tra le due aree ed in molti casi, non aveva più permesso alle famiglie di mantenere rapporti, influenzando anche l’economia dell’area.
Il fondamentale ruolo dei militari italiani in quell’area
La riapertura dell’importante arteria stradale rappresenta un altro rilevante indicatore del miglioramento della situazione della sicurezza nell’area della diga di Mosul e raffigura concretamente l’importante lavoro svolto dai militari italiani che, in coordinamento con le forze di sicurezza irachene e curde, hanno tangibilmente favorito il processo di normalizzazione. In tale contesto, fondamentale si è rivelata sia la presenza sul terreno dei nostri militari presso la diga sia il lavoro svolto dagli addestratori dell’Esercito che, in questi ultimi anni, hanno trasferito alle forze dell’esercito e della polizia irachene e curde le capacità operative necessarie per sconfiggere ISIS e per ritornare verso una situazione di normalità.