Fisco esoso e anche incapace: recuperati solo 120 miliardi su 850

2 Gen 2018 19:03 - di Redazione

Solo 120 miliardi di euro di imposte recuperate su un totale accertato di 850 miliardi. È il bilancio – che emerge da una analisi del Centro studi di Unimpresa sulla riscossione delle tasse dal 2007 al 2016 – che evidenzia una scarsa efficacia dell’attività di recupero delle imposte da parte dell’amministrazione finanziaria. Negli ultimi 10 anni – spiega Unimpresa – l’attività di riscossione tributaria ha portato nelle casse dello Stato 119,8 miliardi, ma lo stock di arretrati delle “esattorie” fiscali ammonta a 730 miliardi. Sul totale di 850 miliardi, dunque, è stato recuperato solo il 14%. Del totale di incassi da riscossione, 85 miliardi sono il frutto di attività ordinaria, mentre 35 miliardi sono legati a misure una tantum approvate dai vari governi. Il “record” di gettito da riscossione – osserva l’associazione – è stato raggiunto nel 2016 con 19 miliardi: di questi, però, 8 miliardi sono derivanti da interventi occasionali e, nel dettaglio, 4 miliardi dalla regolarizzazione dei capitali illegalmente detenuti all’estero. Al netto della voluntary disclosure e di altri interventi non strutturali, l’incasso si è attestato a quota 11 miliardi, in linea con il trend degli anni precedenti. L’analisi del Centro studi di Unimpresa evidenzia come nel magazzino delle esattorie risultino iscritti molti crediti inesigibili (da contribuenti deceduti a poste inesistenti) ed erroneamente non cancellati. Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati della Corte dei conti e della Ragioneria generale dello Stato, dal 2007 al 2016 il totale degli incassi da riscossione si è attestato a 119,8 miliardi (lordi): 35 miliardi sono derivanti da misure una tantum e 84,8 miliardi (incassi netti) dall’attività ordinaria. Il ritmo è progressivamente cresciuto nel corso dei 10 anni in esame: nel 2007 il totale era a 6,4 miliardi (2,1 miliardi una tantum e 4,3 miliardi netti), nel 2016 era salito a 19 miliardi (8 miliardi e 11 miliardi). Nel 2016, dunque, si è registrata una impennata complessiva. Tuttavia, il “record” è stato possibile grazie a un incremento sostanziale della riscossione da interventi occasionali (8 miliardi in tutto su 19 miliardi), legata per lo più ai 4 miliardi fruttati dalla regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero con la sanatoria “voluntary disclosure“. Nel magazzino fiscale dell’amministrazione finanziaria, restano poste per circa 730 miliardi. Il totale dei 119,8 miliardi recuperati con la riscossione corrisponde, quindi, ad appena il 14,1% degli 849,8 miliardi complessivi da recuperare . Secondo il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci, “i dati sono la prova di un sistema fiscale sbagliato: lo Stato pretende troppo, ha esagerato nell’alzare l’asticella del prelievo fiscale e ora si trova in bilancio poste fasulle, denaro che non recupererà mai. C’è da chiedersi, pertanto, che senso abbia chiedere così tanto quando poi il contribuente, impresa o famiglia non riesce a pagare”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *