Sparò e ferì rapinatore: si prende una condanna superiore a quella del ladro

5 Dic 2017 18:39 - di Redazione

In  quest’Italia alla deriva, devastata dalla sinistra, succede anche questo: un uomo ha sparato al ladro che stava rubando nella sua proprietà, lo ferisce, e paradossalmente viene condannato a più dello stesso malvivente dalla giustizia. «Non mi stupisco, questa è l’Italia» ha detto tra rabbia e delusione il bresciano Giuseppe Chiarini commentando l’intreccio di sentenze che in tempi diversi punisce  più chi ha tentato di reagire rispetto a chi ha commesso un furto. Come riferisce Il Giornale di Brescia, l’uomo che tra il 29 e il 30 gennaio di un anno fa ha esploso alcuni colpi di fucile dal balcone di casa contro una banda di rapinatori che a Calcinatello aveva da poco fatto saltare il bancomat della filiale della locale Bcc. L’uomo ha patteggiato una pena di due anni e otto  mesi per tentato omicidio. Addirittura. E ora davanti al giudice sono finiti i rumeni e moldavi che per mesi hanno preso di mira i bancomat della provincia. Alla sbarra c’era anche il ferito della sera di Calcinatello, che ha patteggiato una condanna a due anni e quattro mesi, inferiore quindi quella inflitta all’uomo che dai rapinatori voleva solo difendersi. Il capobanda se l’è cavata con quattro anni e otto mesi, altri quattro con tre anni e uno con un patteggiamento di quattro anni. Un gruppo che la telefono dopo i colpi si prendeva gioco del nostro Paese: «L’Italia una volta era buona, adesso è buona solo per fare bancomat, qualsiasi altra cosa non va qui in Italia» diceva il capobanda in una telefonata intercettata. Sempre secondo il Giornale di Brescia, «ho sentito rumori, mi sono affacciato e ho visto gente incappucciata e armata che mi diceva di rientrare in casa. Cosa dovevo fare? Ho sparato» racconta Chiarini che ora dovrà affrontare un percorso a i servizi sociali. «Lo Stato non mi ha tutelato, ma ormai funziona così e ora rischio anche di dover risarcire quel ladro che ho ferito perché se dirà che non potrà più lavorare lo dovrò mantenere per tutta la vita» si sfoga. «Purtroppo – dice amaramente Giuseppe Chiarini –  questa è l’Italia».

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