Salvini contro lo ius soli spiazza tutti: gli immigrati regolari? Per me sono italiani
La piazza romana dei Santi Apostoli era blindata fin dalle prime ore del mattino; ad ogni angolo si respirava un’aria carica di attesa e di tensione, ma la polizia è riuscita a bloccare sul nascere i disordini pervicacemente cercati dagli anti-leghisti che, poco distante, in via del Vaccaro, avrebbero voluto inscenare una minacciosa contro-manifestazione. Un allarme rientrato da subito, al passaggio di un mezzo blindato delle forze dell’ordine e non appena un cordone di agenti ha cominciato a sbarrare il passo agli antagonisti, a cui è stato tempestivamente impedito di raggiungere il palco. Il resto della mattinata e della manifestazione di piazza, infine, è stato un lungo intervento di Salvini impegnato in una serrata disamina su tutti i punti caldi in agenda: a partire dallo ius soli, che ha giustificato la mobilitazione leghista, fino alle prossime elezioni, passando per le pensioni, Renzi e la Fornero. E allora vediamo, suddiviso e ripercorso argomento per argomento, i punti chiave dell’intervento di Salvini dal palco capitolino.
Salvini, i punti chiave del suo intervento dal palco romano
1) Ius soli: un percorso e una conquista, non un regalo…
“Se lo ius soli non sarà legge è grazie alla Lega e grazie a voi”, ha affermato il segretario della Lega, Matteo Salvini, durante la manifestazione contro lo ius soli che si è svolta oggi a Roma, ricordando le “trecentomila firme” raccolte domenica scorsa ed esordendo sul palco in puro stile leghista. “La cittadinanza – ha quindi proseguito a stretto giro il leader del Carroccio – è importante, è una scelta di vita, di cultura, che va fatta quando sei responsabile, consapevole maturo. Non è un regalo elettorale che fai ad un bambino di 11 anni, che ha gli stessi diritti e doveri di mio figlio. La cittadinanza è un percorso, va voluta, va meritata”.
2) Su Bruxelles: con gli alleati un patto di orgoglio e dignità
“Se governo di centrodestra sarà, come sarà, chiedo agli alleati un patto di orgoglio e dignità: a Bruxelles si va per fare l’interesse nazionale di sessanta milioni di italiani, non si va con il cappello in mano, si vanno a chiedere i nostri diritti”, ha affermato subito il segretario della Lega, Matteo Salvini, nel corso della manifestazione organizzata a Roma, deciso ad entrare immediatamente nel merito. “Mi hai chiesto sacrifici? In pensione mi mandi da morto, il costo del lavoro si è abbassato -ha polemicamente aggiunto il leader del Carroccio – il debito sale, la povertà sale e il reddito scende. C’è qualcosa che non va, quindi da persone educate, coscienziose, scrupolose, il governo di centrodestra deve essere pronto ad andare a trattare da pari a pari con i poteri forti di Bruxelles: o l’Italia sta in questo condominio con pari diritti e pari doveri, oppure meglio soli che male accompagnati. Una vita da schiavo ai miei figli non la lascio”.
3) Anche gli immigrati regolari sono italiani
“Per me gli italiani non sono quelli che hanno la pelle bianca, ma anche gli immigrati regolari e per bene che portano contributo alla nostra società”. Lo ha affermato il segretario della Lega, Matteo Salvini, nel corso del comizio a Roma, aggiungendo anche che “il governo di cui farà parte avrà le porte spalancate per le donne e i bambini che scappano dalla guerra, ma per quelli che non scappano dalla guerra e ce la stanno portando in casa nostra, biglietto di sola andata per tornare a casa loro: via per via, piazza per piazza, paese per paese. Accoglienti, solidali, generosi, ma non fessi”.
4) Sulle cooperative che si arricchiscono coi clandestini
“Ho visto il bilancio di una cooperativa della provincia di Vercelli, pre immigrazione, post immigrazione: pre sbarchi era di 260.000 euro, nell’arco di due anni si è riconvertita dai disabili agli immigrati e sono passati ad un fatturato di 8 milioni di euro. A questa gente andremo a chiedere indietro i soldi fino all’ultimo euro. Troppo facile mollare il disabile e arricchirsi sul clandestino”, ha tuonato il segretario della Lega nel corso del suo comizio a Roma.
5) Sulle elezioni, su Renzi, la Fornero e la Boldrini
“Ovunque si candiderà Renzi ci sarò anch’io”, ha dichiarato Salvini a viva voce in un passaggio del suo lungo intervento romano, rettificando subito dopo: “Anzi, mi piacerebbe sfidare in un collegio Renzi e nell’altro la Boldrini, così nessuno dei due si offende“. Ma l’affondo più veemente l’ha riservato alla ex ministra Fornero, sulla quale ha dichiarato: “Non vedo l’ora di vincere per stracciare la legge Fornero e farla piangere un’altra volta. Ne piange una e sorridono in milioni”. E la frase, prontamente incriminata e impugnata dai soliti buonisti diligentemente in servizio, ha fatto rumore.
6) Sul fascismo di ritorno e le bandiere rosse a Como
Eppure, la frase da riprendere era forse più un’altra, quella lanciata da Salvini quasi in conclusione del suo intervento dal palco capitolino e che recita: “Ieri nella bellissima città di Como c’è stata una manifestazione che guardava al passato, con un gruppo di persone a combattere contro presunte dittature, portando in giro bandiere rosse con la falce e il martello che hanno 100 milioni di morti sulla loro sporca coscienza”. Ma su questo i paladini del politically correct hanno stranamente avuto poco da eccepire…