Il papà “fascista” di Dibba contro Grillo: «Un flop». E cita Jean-Marie Le Pen
La politica da aprire come una scatoletta di tonno? Un sogno spezzato sul nascere: «Il tonno è ancora nella scatoletta», parola di Vittorio Di Battista, papà di Alessandro, detto “Dibba”, numero due dei Cinquestelle con un passato da militante del Msi e di An e di “fascista” mai rinnegato (leggi qui), che in un lungo post sulla sua pagina Fb (aperta solo agli amici ma condivisa sulle bacheche di altri) ha criticato il Movimento Cinquestelle deluso dalla mancata “rivoluzione”, anzi, per quella rivoluzione “durata per qualche settimana, incomprensibili per qualche mese, preoccupanti per qualche semestre”. Di Battista ammette di essere amareggiato, disilluso “e, temo, tradito” dai compagni di viaggio del figlio. Al padre di Dibba piace avere voce in capitolo anche ora che il figlio ha fatto un passo indietro nella sua carriera da parlamentare “apritore” di scatolette di tonno. «Il fatto che io sia il padre del Diba è un dettaglio della storia (citazione da… non ve lo dico)». Di Battista senior non dice esplicitamente a chi sia riferita quella citazione ma è un dato di fatto che quella frase ricordi quella di un esponente del’estrema destra francese, Jean-Marie Le Pen, che un giorno disse: «Le camere a gas per gli ebrei? Un dettaglio della storia».
Nel suo post su Facebbok il padre del Dibba si è poi definito «socialdemocratico» invocando un «Che Guevara» alla guida del Movimento., a suo avviso nato per aprire la politica con l’apriscatole, come diceva Grillo, «ma il tonno è rimasto nella scatoletta: ci hanno dato il contentino di cambiare qualche goccia di olio rancido, ci siamo normalizzati, non abbiamo più incalzato, minacciato, urlato e impedito agli altri di riprendere fiato». Ne è nato un polverone sui sociale, concluso con un commento dello stesso Di Battista senior: «Sono soddisfatto del dibattito aperto».