Task Force 45: quei nostri soldati invisibili raccontati da Cannella

29 Nov 2017 19:55 - di Antonio Pannullo

Li hanno chiamati i soldati invisibili delle forze speciali italiane, i commandos tricolore, i migliori corpi del sistema difesa Italia: sono gli uomini scelti della Task Force 45, un’unità di cui pochissimi hanno finora sentito parlare. Forse perché le loro operazioni sono sempre segrete. Eppure c’è. Sono quelli che si sono introdotti nei covi del talebani, quelli che agiscono concretamente contro il terrorismo, quelli le cui operazioni non vengono quasi mai rese note. E neanche i loro Caduti. Ma sono la punta della lancia delle nostre forze armate, sono un corpo d’élite di cui dobbiamo andare fieri. Per loro qualche articolo perlopiù sui giornali specializzati e niente altro. La segretezza va mantenuta. Ma con l’uscita di Task Force 45. Scacco al Califfo (Luca Poggiali editore, Firenze) di Giampiero Cannella, in un certo senso si rende giustizia a questi eroi oscuri, seppure con un romanzo molto ma molto verosimile, e per la prima volta si fa luce su Task Force 45. Giampiero Cannella, giornalista, scrittore, politico e soprattutto esperto di cose militari, con questo suo romanzo ha voluto raccontare agli italiani il ruolo, spesso confinato nell’ombra per esigenze militari, ma qualche volta anche politiche, di questi super ragazzi addestratissimi e responsabili che non hanno nulla, ma proprio nulla, da invidiare ai loro colleghi di Sas, Navy Seals e dei più famosi corpi speciali del mondo. L’operazione di Cannella è altamente meritoria in quanto evidenzia senza chiaroscuri il ruolo e i meriti di questi nostri soldati nella lotta al terrorismo internazionale che, quando e se sarà sconfitto, gran parte del merito sarà anche loro. La Task Force 45 ha avuto apprezzamenti da parte di altissimi ufficiali stranieri che si sono trovati a osservarne le grandi competenza e professionalità. La Task Force 45 è ancora oggi molto misteriosa: esiste certamente dal 2006 quando operà nella Missione Sarissa in Afghanistan; e i suoi soldati non sono conteggiati trra quelli italiani presenti nel teatro afghano. Si pensa che siano circa 200. Si stima che finora abbia compiuto almeno dieci importanti operazioni in Afghanistan, tra cui il blitz per la liberazione di 18 ostaggi compiuto a Herat il 3 novembre 2011. Il romanzo di Cannella si dipana tra dettagli tecnici accurati, introspezione psicologica dei soldati, e naturalmente azione incalzante che trasformano il libro in un thriller il cui finale non è affatto scontato e che non diciamo per ovvi motivi. Tra militari, terroristi, servizi segreti, al Qaeda, Isis e talebani, si incontrano e si scontrano per motivazioni e con logiche a noi spesso del tutto incomprensibili, ma dalle quali emerge la volontà dell’Occidente, almeno di un certo Occidente, di fermare chi attenta ogni giorno alla suo stile di vita con la violenza. Lo scontro di civiltà e di religioni prende corpo tra le pagine di questo romanzo (ma lo è poi veramente?) facendoci rendere conto che contro un avversario feroce e barbaro si devono utilizzare difese adeguate, e che non si può convincere una fiera e diventare agnello solo con il dialogo e la forza della parola. Ma forse l’emozione che più traspare dalle righe di Giampiero Cannella è la passione di questi ragazzi, il loro intimo convincimento di stare combattendo per la loro terra, la loro famiglia, l’avvenire della civiltà; l’abnegazione che li spinge a lavorare, ad agire, a impegnarsi, è commovente, e merita tutto la nostra stima e il nostro rispetto. Grazie all’autore per averci fatto conoscere questi nostri figli che silentemente quanto coraggiosamente lottano per la nostra sicurezza.

 

(Giampiero Cannella, Tasfk Force 45. Scacco al Califfo. Luca Poggiali editore, Vicchio 2017. 160 pagine)

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