Salvini contro il toto-premier: «Basta con le sparate. Occorre serietà»
Non piace neanche un po’, a Matteo Salvini, l’idea di un generale a Palazzo Chigi lanciata da Berlusconi dal salotto di Che tempo che fa, la trasmissione di Fabio Fazio. «A Berlusconi chiedo serietà: un’alleanza c’è se c’è serietà», è la replica del leader della Lega, che aggiunge: «Non puoi candidare Marchionne, Draghi, Tajani, Montezemolo, Gallitelli… non stiamo facendo la squadra del Milan. L’Italia – ha concluso – si governa non con le sparate ma con la concretezza e la serietà».
A Salvini non piace il generale-premier lanciato da Berlusconi
Parole severe, che fanno salire la tensione nel centrodestra, soprattutto tra Forza Italia e Carroccio, ma che suonano anche come anticipazione di quel che potrà accadere in campagna elettorale con una legge elettorale che assegna i 2/3 dei seggi con il sistema proporzionale e con una competizione interna per la leadership della coalizione infuocata. E Salvini si rivela particolarmente abile nel trovare spunti polemici: lo ha fatto su una proposta di legge leghista che opera un giro di vite in termini di sconti di pena e di possibilità di ricorrere al rito abbreviato, su cui incombe un emendamento soppressivo di Forza Italia, e sulla legge Fornero. «Vorrei sapere da Berlusconi come la cambiamo, visto che l’ha votata e visto che io la voglio cambiare».
Polemica anche con Scelta Civica
Da Forza Italia l’ordine e quello di minimizzare l’attacco di Salvini lasciando la replica alle seconde file. Se, infatti, il deputato Francesco Paolo Sisto, firmatario dell’emendamento soppressivo della proposta leghista su omicidi e stupratori, derubrica la polemica a mero «fatto tecnico», tocca a Micaela Biancofiore far valere le ragioni del Cavaliere, almeno quelle calcistiche: «Magari l’Italia fosse il Milan di Berlusconi – è la sua replica -, sarebbe stata al vertice del mondo». Con Salvini polemizza anche Enrico Zanetti, segretario di Scelta Civica, la lista ideata da Mario Monti ma ora impegnata nella realizzazione di un polo moderato alleato del centrodestra. Per Salvini, però, quella sigla resta indigesta e continua a riferirla all’ex-premier. Da qui la polemica: «Monti ha lasciato nel 2013. La polemica evidentemente non è su Scelta civica, ma su un progetto più ampio che, anche grazie a Scelta civica, sta partendo e rafforzerà in modo significativo l’area moderata del centrodestra».