Nigeriano irregolare e spacciatore. L’Italia non lo espelle: «Va protetto»

3 Nov 2017 11:41 - di Redazione

Ce li dobbiamo tenere anche se sono pericolosi. Un nigeriano detenuto per spaccio di stupefacenti è riuscito a spuntarla: la Cassazione ha accolto il suo ricorso contro il rimpatrio che era stato disposto dal tribunale di Sorveglianza di Venezia. Quando il ventinovenne condannato a sei anni e otto mesi di reclusione il 21 gennaio prossimo uscirà dalla cella, riporta il Giornale, non verrà condotto in un Centro di identificazione ed espulsione per essere rimpatriato in Nigeria perché in quel Paese, per i crimini da lui commessi, è prevista la pena di morte.

La sentenza della Cassazione

La Cassazione ha ribadito la priorità dei principi fissati dalla Corte europea per i diritti dell’uomo rispetto alla pericolosità sociale, stabilendo che l’espulsione «non è applicabile alle ipotesi in cui il soggetto, se ricondotto nel Paese di origine, corra serio rischio di essere sottoposto a trattamenti inumani o degradanti». L’ex spacciatore inoltre una volta fuori dal carcere potrebbe vedersi riconosciuta la protezione sussidiaria prevista per quei migranti che non sono rifugiati ma che rischierebbero la vita se facessero ritorno nel loro Paese, il nigeriano otterrebbe un permesso di soggiorno di due anni sul territorio italiano.

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