Muore schiacciato dalla cabina: fabbrica di ascensori risarcisce la famiglia
La multinazionale svizzera Schindler ha risarcito con una cifra rimasta ignota una famiglia giapponese che aveva perso il figlio in un incidente in uno dei loro ascensori. L’incidente del 2006 costò la vita a Hirosuke Ichikawa un sedicenne di Tokyo: al momento di uscire dall’ascensore la cabina si era rimessa in moto mentre le porte erano ancora aperte e il ragazzo era rimasto schiacciato. La vicenda aveva profondamente scosso il Giappone, diventando un vero e proprio caso nazionale e causando grave danno d’immagine alla Schindler, che aveva visto crollare gli ordinativi nel paese asiatico.
In Giappone il caso era diventato d’interesse nazionale
L’avvocato della famiglia del giovane non ha reso noto la cifra dell’indennizzo, ma ha fatto sapere che parte della cifra verrà impiegata in una fondazione per garantire la sicurezza degli ascensori. La famiglia Ichikawa aveva chiesto un risarcimento di 250 milioni di yen (circa due milioni di euro).
La versione della multinazionale degli ascensori
L’azienda svizzera aveva precisato fin da subito che l’incidente non era dovuto a un difetto di progettazione, bensì alla mancata manutenzione da parte di terze parti. Il risarcimento è stato accordato «per ragioni umanitarie e di responsabilità sociale», ma Schindler ha sottolineato di non avere «alcuna responsabilità giuridica».
La sentenza del tribunale di Tokyo, poi l’accordo
Nel 2015, uno dei dipendenti della fabbrica svizzera venne prosciolto da un tribunale di Tokyo. Furono condannati invece tre dipendenti di di un’altra società di manutenzione, responsabili del controllo dell’ascensore. L’impresa aveva allora sottolineato che l’incidente non era dovuto a un difetto di fabbricazione, ma a lacune nella manutenzione. L’opinione pubblica giapponese ha però criticato le scuse tardive e la credibilità e gli affari di Schindler ne hanno patito. Nell’aprile 2016 il gruppo ha venduto le attività degli ascensori in Giappone al concorrente americano Otis.