Crozza – De Luca: «Io governatore in Campania per conto di Dio» (video)
“Governare la Campania, una missione, non ci sono altre parole, una missione impossibile, per la quale il signor John, detto Rambo, interpellato telefonicamente per occuparsi della Campania ha risposto con voce tremante. Fosse il Vietnam verrei ad occhi chiusi, ma la Campania non me la sento, chiamate Chuc Norris. Le mamme della striscia di Gaza minacciano i bambini dicendoli di mandarli a vivere ad Avellino. E’ un’impresa epica che a confronto l’Odissea è un episodietto di Peppa Pig”. Ancora na volta godibilissimo Maurizio Crozza nei panni del governatore De Luca. Un cavallo di battaglia sul quale puntare, vito che -Fedeli e Minnitti a parte – la vena del comico genovese non sempre è ai livelli dei fasti del passato.
Crozza-De Luca: “Le Luci d’Artista si vedono anche da Marte”
Ancora una volta Maurizio Crozza interpreta il personaggio di Vincenzo De Luca, all’interno del suo programma sul canale Nove. Il comico genovese in versione presidente della regione Campania racconta la sua ascesa a governatore arrivata dall’alto: “Raccontano le scritture che il sottoscritto sentì appellarsi da una voce tuonante arrivata dall’alto. – prosegue il comico – Il padreterno si rivolse a me dicendo “Vincenzo per gestire la Campania ho provato a mandare mio figlio che come si sa è pratico di miracoli, è stato pure denunciato dai Nas per tentativo di sofisticazione alimentare. Una voce mi ha detto “Vincenzo, se fosse stata la Liguria sarebbe stato diverso, ci riesce persino Toti, ma mettere apposto la Campania puoi farlo solo tu, io al massimo prendo appunti. Sono presidente della Regione per conto di Dio. E ancora: “Se la criminalità fa il bello e il cattivo tempo è un po’ colpa mia. Perché il tempo in Campania l’ho portato io”. Non può poi mancare un riferimento alle Luci d’Artista della sua amata Salerno. “Prometeo portò il fuoco agli uomini sotto forma di luci intermittenti. È un evento che si vede anche da Marte. A pieno regime ha una luminosità tale che da Tokyo ci dicono: spegnete perché non riusciamo a dormire”.