Chiude definitivamente il settimanale cattolico “Tempi”
Il settimanale cattolico Tempi chiude. Dopo 23 anni di pubblicazioni e dopo nove mesi di tentativo di rilancio da parte del direttore Alessandro Giuli, il settimanale è costretto per ragioni economiche a rinunciare a tenere aperto il giornale. Nel suo editoriale Giuli spiega che “ragioni economiche, anzitutto, inducono a una scelta a modo suo traumatica ma obbligata”. A ottobre e novembre, fino a oggi, Tempi è uscito solo online, ma oggi arriva la decisione di chiudere definitivamente. La redazione aveva dato la sua disponibilità a dialogare, ha continuato a lavorare, ricevendo in ritardo numerosi stipendi, ma poi non ha ricevuto più alcuna comunicazione dall’azienda fino all’annuncio dell’interruzione improvvisa della pubblicazione. Anche gli abbonati, fa sapere una nota della redazione, “sono stati spiazzati dalle scelte della proprietà. Ad agosto, dopo aver deciso un aumento del prezzo di copertina e dell’abbonamento del 50 per cento, l’azienda ha lanciato una campagna sottoscrizioni al Meeting di Rimini, incassando in quell’occasione, come da tradizione, centinaia di rinnovi (molti dei quali biennali). Nemmeno due mesi dopo gli abbonati si sono visti sospendere il recapito della rivista. Infatti, con sorpresa della redazione, due numeri sono stati stampati e mai spediti, mentre un terzo è stato spedito con ritardo di settimane. A quanto risulta alla redazione, l’editore non ha mai dato alcuna spiegazione ai lettori e agli abbonati circa queste inadempienze. Ad eccezione dell’editoriale del direttore, l’azienda non ha mai fatto comunicazioni pubbliche né sull’interruzione delle pubblicazioni né sulla liquidazione della società. In un ultimo recente incontro, nella sede dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, col sindacato, il liquidatore si era detto disponibile a fare delle verifiche per una cassa integrazione a zero ore o comunque per un accordo economico con i giornalisti dopo la cessazione dell’attività. Invece, dopo pochi giorni, ecco l’annuncio del licenziamento e la notizia che le competenze non saranno corrisposte. Una storia più che ventennale, sostenuta dall’impegno e dai sacrifici dei lavoratori e dalla fedeltà dei lettori, finisce nel peggiore dei modi”. In otto anni, dal 2008 al 2015, Tempi ha ricevuto un finanziamento pubblico di un totale di 2.478.980,49 euro.