Berlusconi: «Si deve votare il più presto possibile, la gente non ne può più»
«Lo sto dicendo da mesi, l’ho ripetuto nei giorni scorsi agli elettori siciliani, e direi che mi hanno ascoltato. L’alternativa in Sicilia era la stessa che si porrà fra qualche mese in Italia, di fronte al fallimento della sinistra. Un cambiamento serio, costruttivo, affidato a persone credibili per quello che hanno saputo fare nella vita. Oppure un pericoloso mix di ribellismo e giustizialismo, nelle mani di chi non ha mai realizzato nulla. In altre parole, l’alternativa fra il nostro centrodestra moderato, liberale, cristiano, e il Movimento Cinque Stelle con il suo linguaggio d’odio, di rancore sociale, di progetti deliranti per l’economia». Silvio Berlusconi in un’intervista al Corriere della Sera commenta il “grande risultato dei moderati” in Sicilia e la disfatta del Pd e di Renzi. «Come in tutta Europa – dice – anche in Italia la sinistra non ha più risposte da offrire ai drammatici problemi della società. Il Partito democratico in questi anni ha rappresentato il potere che conserva sé stesso, sempre più lontano e distaccato dagli italiani. Come dimostra il fatto di aver dato vita a ben quattro governi consecutivi non eletti dal popolo. Il nome del leader rispetto a tutto questo è un problema secondario».
Il programma comune in tre punti
Poi parla del programma comune con Salvini e Meloni e lo sintetizza in tre punti: «Avremo naturalmente un grande programma di cose da fare, con il quale cambiare davvero volto all’Italia. Tre punti qualificanti potrebbero essere questi. Il primo, una profonda riforma fiscale, con un taglio generalizzato del livello di imposizione e l’introduzione della flat tax — la tassa piatta che attenua la progressività — al livello più basso possibile. Il secondo è il blocco vero, non solo annunciato, dell’immigrazione clandestina. Come eravamo riusciti a fare quando governavamo e avevamo praticamente azzerato gli sbarchi. Nel 2010 sono arrivati in Italia tanti clandestini quanti in un solo week-end la scorsa primavera. Il terzo punto, fra i tanti del nostro programma, sarà un rapporto diverso con l’Europa: per il rilancio di un europeismo vero, contro l’Europa dei burocrati, dei vincoli ottusi, dell’identità debole e confusa».
«Si deve votare il più presto possibile»
Berlusconi poi alla domanda su Renzi, pronto ad un passo indietro sulla sua candidatura alla premiership, ribadisce: «È un problema loro, non credo cambi molto per gli italiani. La vera sfida è fra noi e i Cinque Stelle, com’è avvenuto in Sicilia. E come in Sicilia vinceremo ancora noi, vinceranno l’esperienza, la concretezza, la positività. Il Pd è perdente non per il nome del leader, ma perché gli italiani hanno sotto gli occhi i risultati fallimentari degli ultimi anni. Da quando nel 2011, con un vero e proprio colpo di Stato, ci hanno costretto a lasciare il governo, nel bel mezzo della più grave crisi economica del dopoguerra. La disoccupazione in Italia era due punti percentuali sotto la media europea, oggi è 2,5 punti sopra quella media. Noi eravamo riusciti a portare la pressione fiscale al 39% — comunque ancora troppo alta — ora è al 43.3%. Quindici milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà, e di loro 4.750.000 in condizioni di povertà assoluta, cioè totalmente dipendenti dall’assistenza pubblica e dalla carità privata. Numeri vergognosi per un Paese avanzato, e nel frattempo il livello del debito pubblico ha raggiunto nuovi record. Noi avevamo bloccato lo sbarco dei clandestini, ancora in questi giorni invece, nonostante i proclami del governo il dramma degli sbarchi continua. Sono questi i fallimenti della sinistra, è questa la ragione per la quale sono così lontani dai sentimenti, dalle speranze, dalle paure, dalla rabbia degli italiani». Berlusconi sottolinea che si deve votare «il più presto possibile, visto che dal 2008 gli italiani aspettano di poter scegliere da chi essere governati. L’ultimo governo che ha avuto il consenso degli elettori è stato il nostro, ormai 10 anni fa. Ora che si è approvata la legge elettorale, una volta fatta la legge di Stabilità, non c’è davvero motivo di tenere ancora in piedi questo Parlamento». E, infine, ricorda che «finora gli italiani mi hanno dato in totale, dal 1994, oltre 200 milioni di voti. È per questo che sono in campo da 23 anni, facendo di volta in volta la punta, il regista, l’allenatore».