Albo per controllare imam e moschee: il Pd dice no alla legge (colpa di Fiano)

26 Nov 2017 17:29 - di Augusta Cesari

Lunedì arriva in Aula – già defunta- la legge n. 2976 che chiedeva di istituire un Registro pubblico delle moschee in Italia e l’Albo nazionale degli imam. Una proposta fortemente avanzata dal centrodestra per monitorare l’attività delle moschee e il contenuto delle prediche di molti imam che hanno fatto proselitismo per attività terroristiche. Sorpresa: la legge non vedrà la luce, nonostante il via libera del Senato, poiché arriva in Aula dopo la bocciatura in commissione Affari costituzionali degli scorsi giorni. Indovinate da chi è stata bocciata? Facile, dal Pd. Lo spiega il nuovo relatore di maggioranza, il dem Enzo Lattuca: “Con l’approvazione degli emendamenti soppressivi Fiano-Agostini, martedì scorso in commissione, si è decretata la fine della legge”. Fiano, sempre lui.

Per il parlamentare dem, ‘subentrato’ alla deputata azzurra Daniela Santanchè, va bene così: “Lunedì sarà l’occasione per spiegare quanto accaduto in Commissione” e per sottolineare come sia giusto fermare questa legge “che presenta caratteri di incostituzionalità evidenti, a partire da quanto previsto dall’articolo 8 della Costituzione, sulla libertà religiosa, con un testo che discrimina l’islamismo”. Nessun commento sul contenuto di una legge, che invece garantiva i predicatori veri da quelli vicino al terrorismo e che soprattutto poteva essere una garanzia per la sicurezza di chi vive vicino alle moschee.

Imam e moschee: cosa prevedeva la legge

Il testo, respinto a maggioranza in Commissione, la cui prima firmataria è la deputata azzurra Daniela Santanchè, arriverà in Aula, in ogni caso lunedì pomeriggio, visto che si tratta di una pdl in quota opposizioni. La legge era una lette saggia e nell’intenzione dei proponenti doveva prevedere “la salvaguardia dell’identità e del ruolo delle moschee e degli imam e il rispetto delle esigenze di trasparenza e di sicurezza”.  Quello che chiedono i cittadini.  Ampi poteri venivano conferiti ai prefetti, che potevano proporre la sospensione dall’albo dell’imam “qualora il comportamento dell’imam costituisca una minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza, anche in considerazione dei procedimenti penali in corso“.   Sempre di competenza prefettizia, relativamente alle moschee, la possibilità di “proporre al ministro dell’interno la revoca dell’iscrizione al registro e, nei casi di particolare gravità, di disporre la chiusura temporanea della moschea”. Ecco, tutto questo non sarà possibile. Ringraziate sentitamente il Pd.

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