Trema lo sport, campionessa olimpica: «Io, violentata a 15 anni». È Tatiana Gutsu

19 Ott 2017 10:07 - di Viola Longo

Non solo Hollywood. Anche nel mondo dello sport ora c’è chi parla di violenze subite nell’indifferenza generale. A denunciare quanto le sarebbe accaduto quando aveva 15 anni, ormai 25 anni fa, è stata la campionessa olimpica Tatiana Gutsu, con un drammatico post su Facebook.

La denuncia della violenza subìta nel 1991

Nella denuncia, l’ex ginnasta di origini ucraina, campionessa olimpica a Barcellona ’92, non si è limitata a raccontare la sua drammatica esperienza: ha fatto nomi e cognomi di chi avrebbe abusato di lei e di chi, non proteggendola, si sarebbe reso complice. «Chi mi ha violata a Stoccarda nel 1991? Vitalij Sherbo. Il mostro che mi ha tenuta rinchiusa nella prigione del silenzio per tutti questi anni. Io so che proverai a difenderti, ma i miei dettagli sono molto più forti delle tue parole», ha scritto Tatiana Gutsu, che da anni vive negli Stati Uniti, nel Michigan, dove è diventata allenatrice.

Da icona dello sport a presunto stupratore

L’uomo che Gutsu accusa di violenza, Vitalij Sherbo, di quasi 5 anni più grande di lei, è una icona della ginnastica. Bielorusso, con 6 medaglie d’oro, di cui 5 individuali, conquistate in una sola edizione dei Giochi olimpici, quelli di Barcellona, è al terzo posto assoluto nella classifica dei plurititolati dopo Michael Phelps (8) e Mark Spitz (7). «Ora sono forte non puoi più piegarmi. Questa è la mia storia di Cenerentola. Sono sopravvissuta a te», ha scritto la campionessa che al momento della presunta violenza aveva 15 anni.

L’accusa sui silenzi complici

Ma il messaggio di Gutsu non è rivolto sono a quello che indica come il suo aguzzino. L’atleta si rivolge anche alla collega ex collega Tatyana Toropova, «che pensavo fosse mia amica, grazie per non essere stata coraggiosa per me, ora alzati e combatti con me per i diritti delle donne». «Tu eri lì, hai sentito tutto e non ti sei alzata in piedi per proteggermi davanti a un atto così vile», ha scritto ancora la donna, rivolgendosi poi a un altro ex atleta ucraino, Rustam Sharipov, che avrebbe «coperto le spalle del tuo amico e non hai difeso me, una giovane di 15 anni..»

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