Scuola, la prof manda gli alunni in strada: «Intervistate gli immigrati»

26 Ott 2017 16:06 - di Guglielmo Federici

Non se ne può più con la retorica sui migranti e l’accoglienza. Persino i compiti a casa vertono sul tema. Si sta passando dall’attenzione all’ossessione. L’ultima arriva da un’insegnante di Trieste più realista del re che ha dato un ben inconsueto compito a casa agli alunni: vai in strada ad intervistare gli immigrati. Basta: Boldrini, Kyenge, Ius soli, Chiesa cattolica, un pressing ossessivo su profugli, immigrati. Ora ci si mettono anche gli insegnanti rossi a fare propaganda, non bastavano i sussidiari e i libri di testo che indottrinano all’accoglienza senza se e senza ma come un nuovo catechismo laico.  Gli alunni dovevano “fermare gli immigrati per strada ed interrogarli sulla propria storia personale”, leggiamo sul sito di TriestePrima. A portare alla luce questa notizia è stata la madre di una delle alunne dell’Istituto di Borgo San Sergio, Deborah Clari, che è anche presidente dell’associazione Tiaiutiamonoi Trieste Onlus, che ha scritto su Facebook quanto successo, chiedendo aiuto alla consigliera Monica Canciani: “Ti sembra normale? – scrive la madre su un post Facebook pubblicato sulla pagina “Trieste Sepolfar” – Parliamo di ragazzini di 13-14 anni! Uno di loro ha riferito a questa insegnante che l’immigrato lo ha insultato ed è dovuto scappar via. Ma con tutto quello che si sente danno questi compiti per casa? Non si può stare tranquilli nemmeno a scuola”.

“La prof ha dato della razzista a mia figlia”

Il post è diventato virale e sta facendo infuriare i cittadini, i genitori e non solo. L’istituto, a precisa domanda di spiegazione, non ha ancora replicato, spiega nell’articolo Stefano Mattia Pribetti. La mamma autrice del post è furiosa: l’insegnante è sotto accusa, “fa pressioni politiche, decisamente di sinistra, sui ragazzini, invece di dar loro gli strumenti per farsi una loro opinione. Ha dato della razzista a mia figlia solo perché si è permessa di dire che non tutti gli immigrati sono rifugiati politici e non tutti sono qua per lavorare». Tra l’altro, dare un compito a dei ragazzi minorenni, incitandoli ad andare per strada ad interpellare stranieri di questi tempi è da irrespondsabile, non da ecucatore. “Noi genitori se fossimo stati ufficialmente informati non avremmo mai autorizzato una cosa del genere.  Assurdo, pericoloso e fuori legge”.

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