Nigeria, don Pallù racconta: “Gli spari, la foresta, la fame, l’acqua sporca…”
“Il 12 ottobre siamo stati prelevati sulla strada, sono venuti fuori sparando e poi ci hanno portato nella foresta. Eravamo tre, era un banda di rapitori, abbiamo camminato abbastanza verso un luogo solitario e poi siamo stati lì, loro avevano poco da mangiare, ci davano quello che avevano, siamo andati avanti, abbiamo bevuto l’acqua del torrente, un’acqua marroncina… comunque siamo in vita”. Così don Maurizio Pallù, il missionario italiano rapito giovedì scorso in Nigeria, racconta, dopo il suo rilascio, le giornate in mano ai sequestratori. “In tre siamo stati presi come ostaggi, un fratello nigeriano, una studentessa nigeriana e io. Ci hanno rilasciati intorno alle 10 di sera”, racconta ancora don Pallù. “Il Signore risorto mi ha accompagnato, ho avuto attimi di paura ma devo dire che ho sentito molto l’assistenza dei santi, della Vergine Maria, di Carmen Hernandez. Noi abbiamo affidato la nostra missione in Nigeria alla Vergine Maria, al Sacro Cuore di Gesù, al Cuore Immacolato di Maria, a San Daniele Comboni e San Giovanni Paolo II… quindi è una squadra di ferro”, ironizza.Non è la prima volta che don Pallù è stato sequestrato: “E’ la seconda volta che mi rapiscono in un anno, ma questa è stata più difficile. Ho visto i miracoli che il Signore ha fatto per tenerci in vita. Significa che il Signore ha un piano grosso su questo Paese perché il demonio sta attaccando con grande forza per distruggere l’opera di Dio in questa nazione”. E ancora: “Mi hanno detto di rientrare in Italia, ma io vorrei restare qui – confessa – perché il demonio lo si sconfigge stando qui, il demonio è codardo, vuole metterci paura ma ha scelto la strada sbagliata perché siamo poveri uomini che abbiamo paura ma siamo sostenuti dalla grazia di Dio. E lui sta tenendo schiave milioni di persone qui con la menzogna, con la codardia e con la corruzione. Quando mi permetteranno di tornare – assicura – ritornerò qui ben contento di offrire la mia povera persona per l’evangelizzazione della Nigeria”.