La sorella di Quattrocchi contro il Pd: «Ha gettato fango su Fabrizio»

12 Ott 2017 18:58 - di Monica Pucci

La decisione di intitolare una via o una piazza a Fabrizio Quattrocchi, che a Genova aveva scatenato le becere polemiche del Pd, continua a tenere banco nel capoluogo ligure, dove la famiglia del body-guard italiano ucciso dai terroristi islamici si è indignata per la gazzarra scatenata dal centrosinistra. 

In una lettera aperta alla città e all’amministrazione comunale, Graziella Quattrocchi, la sorella dell’eroe italiano che morì sfidando i suoi assassini a vedere “come muore un italiano“, espone la sua idea con grande dignità. «Le polemiche non fanno altro che rinnovare il nostro strazio. Siamo giunti alla determinazione di chiedere di soprassedere alla richiesta di intestazione di una via in attesa che si stemperi l’acrimonia di sterili dibattiti, Fabrizio non vorrebbe che la sua persona e il suo gesto fossero al centro di polemiche».

Fabrizio, ricorda la sua famiglia, il 14 aprile del 2004 volle dare un segnale di dignità e di orgoglio agli italiani a tutti gli italiani.

Graziella Quattrocchi ringrazia – senza alcun riferimento politico -chi ha pensato a un omaggio al fratello – il centrodestra genovese. E attacca chi lo ha insultato.  «Siamo sinceramente grati a coloro che hanno formulato e sostenuto la proposta senza nessuna sollecitazione da parte nostra – scrive – ma siamo costretti a chiedere il favore di rinunciare alla stessa, se deve alimentare una polemica maramalda sulla figura di mio fratello da parte di soggetti che non rispettano neppure la memoria dei morti. Fabrizio nel momento supremo, ebbe la forza morale di proclamare l’orgoglio di essere italiano, un tributo al di sopra e al di fuori di ogni spirito di fazione, un tributo alla patria visto e apprezzato in tutto il mondo. Il suo gesto non è stato evidentemente compreso, non è stato compreso da coloro che cercano di infangarne la memoria definendolo mercenario, nonostante sia stato giudizialmente acclarato non fosse un combattente al servizio delle fazioni in guerra ma un lavoratore assunto per proteggere da aggressioni o rapimenti il privato suo datore di lavoro».

La morte di Fabrizio Quattrocchi

 

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