Incendi, accuse alla riforma Madia: senza il Corpo forestale è un disastro

30 Ott 2017 8:23 - di Redazione

L’emergenza incendi che sta devastando la Val di Susa da giorni, causando l’evacuazione di oltre 650 persone, ha fatto tornare sotto i riflettori il tema dell’abolizione del Corpo forestale dello Stato, inglobato in quello dei carabinieri.

Si tratta di un argomento già emerso la scorsa estate, caratterizzata anche a causa della siccità da un alto numero di incendi. La siccità e la mano dell’uomo hanno le loro responsabilità, ma esiste anche una evidente incapacità organizzativa dinanzi ai disastri creati dalle fiamme.

Stavolta a sottolinearlo è Silvano Landi, ex generale del Corpo Forestale dello Stato in pensione ed ex direttore della Scuola di Cittaducale, dove è stato docente per generazioni di forestali.

Intervistato da La Stampa Landi osserva: “Quest’estate in Abruzzo i boschi del monte Morrone sono bruciati per venti giorni consecutivi, altrettanti al monte Giano, ora in Val di Susa. Ritengo che in parte la colpa dipenda dalla riforma Madia, con il passaggio di consegne dal Corpo forestale agli altri corpi, i carabinieri e i vigili del fuoco, la cui specificità erano fino a poco tempo fa le città e gli edifici, non i boschi”. E ancora: “Ogni giorno ricevo lettere di ex forestali, transitati nei pompieri, che non vengono impiegati per gli incendi boschivi. Tra loro ci sono anche piloti. E, per problemi burocratici, una parte degli elicotteri passata ai vigili del fuoco non si è alzata in volo. Problemi che probabilmente si risolveranno, ma non si deve perdere tempo”.

Resta critica la situazione in Piemonte: ancora numerosi  i roghi su cui sono impegnati nelle operazioni di spegnimento vigili del fuoco e volontari che stanno operando a terra nella difesa delle abitazioni. A complicare le operazioni come nei giorni scorsi il forte vento e il fumo denso che impediscono a elicotteri e canadair di volare.  Nel torinese le maggiori criticità restano sull’intero costone montano a ridosso del comune di Mompantero. Un nuovo focolaio nella notte si è registrato a Venaus dove sono intervenute numerose unità a presidio dell’area. Situazione difficile anche nel Canavese a Sparone e Locana.  I carabinieri, intanto, continuano a monitorare le zone interessate dalle fiamme con pattuglie per garantire la sicurezza e prevenire episodi di sciacallaggio nelle borgate evacuate.

 

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