Battisti è già a casa e brinda. Insorge FdI: “Schiaffo all’Italia”

7 Ott 2017 17:14 - di Penelope Corrado

È già nella sua casa sul litorale di San Paolo il terrorista comunista Cesare Battisti, scarcerato dopo l’arresto di mercoledì scorso a Corumba, al confine con la Bolivia. La concessione della libertà provvisoria, con obbligo di firma, gli è stata concessa dal giudice José Marcos Lunardelli del Tribunale Federale Regionale. Il pluriomicida italiano si era imbarcato per San Paolo questa mattina dall’aeroporto internazionale di Campo Grande dopo aver lasciato Corumba. E ha persino colto l’occasione per brindare con un boccale di birra, davanti ai fotografi, alla ritrovata libertà. «Cesare è arrivato questa mattina presto», ha detto uno degli avvocati di Battisti, Ottaviano Steve Maningat.

Liberazione di Battisti, Meloni: “Decisione scandalosa”

«Scandalosa decisione di un giudice brasiliano: libertà provvisoria per il terrorista comunista Cesare Battisti. È l’ennesimo schiaffo alla giustizia italiana e alle famiglie delle vittime che da decenni chiedono di vedere Battisti scontare la sua pena dietro le sbarre di una galera. Fratelli d’Italia rinnova il suo appello al Governo: Palazzo Chigi faccia tutto quello che in suo potere per estradare subito questo pluriomicida nella nostra Nazione». Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

La Russa: “Battisti protetto da lobby internazionale di sinistra”

«Siamo alle solite –commenta Ignazio La Russa – Ogni volta che siamo vicini all’estradizione, subentra un fatto nuovo che sembra vanificare ogni progresso. Una potente lobby internazionale di sinistra protegge da anni questi terroristi, a dimostrazione che il dato ideologico ha il suo peso in vicende di questo genere». Per l’esponente di Fratelli d’Italia,  «è una logica che prevale sempre e si impone sulla volontà di tutti i governi che hanno tentato di riportare in Italia Cesare Battisti. Ricordo anni fa iniziative internazionali organizzate da mio fratello Romano, allora parlamentare europeo e da una giovanissima Giorgia Meloni, in questo siamo sempre stati coerenti. Io stesso, da ministro della Difesa, mi rifiutai di andare in Brasile a sottoscrivere un contratto, mandando al mio posto un sottosegretario. Vedremo cosa succederà adesso, se l’internazionale di sinistra avrà la meglio ancora una volta o se Battisti sarà finalmente riportato in Italia per scontare la giusta pena».

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