Immigrati, ma che redistribuzione: grazie alla Ue sono quasi tutti a bivaccare da noi
Quando ci lamentiamo che siamo invasi da immigrati arroganti e fraudolenti. Quando subiamo soprusi violenti. Quando viviamo situazioni di terrore quotidiano che mettono a rischio di stupro le nostre ragazzine e di aggressioni fisiche pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, dobbiamo sapere che le responsabilità di quanto accade purtroppo quasi quotidianamente stanno in accordi penalizzanti siglati da esecutivi di centrosinistra che negli ultimi anni si sono succeduti, stipulando patti e trattati che sono andati a detrimento degli interessi della popolazione nazionale: come quello siglato da Renzi e sbugiardato dalla Bonino a luglio, quando è emerso che in cambio di una riduzione sulle spese dovute a Bruxelles sul deficit, ci siamo sobbarcati l’onere di recuperare in mare e far sbarcare sulle nostre coste tutti i migranti e i profughi in giro per il Mediterraneo.
Immigrati, grazie al flop del piano Ue stanno ancora da noi
Noi e la Grecia, per l’esattezza: solo che, a quanto riportato in un ampio ed esaustivo servizio dall’edizione online de il Giornale di questa mattina, se la ricollocazione dei migranti – che dovrebbe seguire il salvataggio in mare e la prima accoglienza – ha funzionato per Atene, non altrettanto si può dire per il Belpaese. E lo confermerebbero i numeri. Come scrive il quotidiano diretto da Sallusti, allora: «In tutto sono solo 9.078 i richiedenti asilo che sono stati spostati dal Belpaese verso i pochi partner europei disposti ad accettarli. Quelli ricollocati dalla Grecia sono stati 20.066. Il meccanismo, partito il 25 settembre 2015 e terminato martedì ne prevedeva 120.000. Il risultato è stato di quattro volte inferiore alle premesse. Quelli che resteranno in Italia, visto che i richiedenti asilo presenti sono circa 35.000, sono 26.000». Dunque, almeno per quel che concerne la prima fase del piano ricollocazione, non è azzardato dire che il progetto per quel che ci riguarda è miseramente fallito.
Il peso della redistribuzione grava da anni su Italia e Grecia
Non solo: a quanto scrive sempre il Giornale, «ora l’Europa rilancia e propone un nuovo piano di reinsediamento». E mentre si continua a prendere e scortare direttamente in Turchia e Africa i soggetti più a rischio tra i richiedenti asilo, aprendo e percorrendo corridoi legali che sboccano in Europa, «il nuovo schema – spiega il quotidiano diretto da Sallusti – sarà in vigore fino all’ottobre del 2019 e si aggiungerà ai piani di reinsediamento in corso, che stanno terminando e che hanno portato finora oltre 23.000 persone nell’Ue, legalmente. Saranno trasferiti dalla Turchia, ma ci si concentrerà maggiormente sul reinsediamento di persone vulnerabili dal Nordafrica e dal Corno d’Africa, in particolare dalla Libia, dove le condizioni nei campi di detenzione sono terribili, dall’Egitto, dal Niger, dal Sudan, Ciad ed Etiopia». Solo che, in tutto ciò, per come sono andate le cose finora, è presumibile che la stragrande maggioranza di migranti e profughi verrà ridistribuita tra Italia e Grecia: due paesi allo stremo delle forze, su cui già da anni grava il peso di una situazione insostenibilmente al collasso.