I buoni pasto diventano cumulabili: ecco come possono essere spesi
Via libera ai buoni pasto cumulabili e utilizzabili anche negli agriturismi. Entra in vigore il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico – pubblicato lo scorso 10 agosto in Gazzetta Ufficiale – che rivoluziona la materia dei ticket restaurant forniti dai datori di lavoro ai propri dipendenti in sostituzione del servizio di mensa. La nuova normativa prevede il superamento del divieto (finora sostanzialmente inapplicato) di cumulabilità dei buoni pasto: mentre prima se ne poteva utilizzare uno solo al giorno, d’ora in poi ogni lavoratore potrà usare fino a otto buoni alla volta. Resta valido invece il divieto di cederli ad un’altra persona e di utilizzarli nelle giornate in cui non si è in ufficio.
Buoni pasto sono utilizzabili solo dal titolare
I buoni pasto infatti, si legge nell’articolo 4 del decreto, “non sono cedibili” né “commercializzabili o convertibili in denaro” e sono “utilizzabili solo dal titolare”. E ancora, “sono utilizzabili esclusivamente per l’intero valore facciale”, ovvero il valore dell’importo specificato sul buono, escludendo così la possibilità di resto. “Le società di emissione – aggiunge il provvedimento – sono tenute ad adottare idonee misure antifalsificazione e di tracciabilità del buono pasto”. La riforma, inoltre, estende l’ambito di utilizzo anche ad esercizi finora esclusi. Oltre a supermercati, bar e pizzerie, da domani i buoni pasto potranno essere usati – sempre per la somministrazione di alimenti e bevande – anche in agriturismi, mercati e attività di ittiturismo.