Trump esasperato: l’inchiesta sul “Russiagate” è una cagata pazzesca

4 Ago 2017 13:11 - di Giovanni Trotta

Non si capisce perché il presidente degli Stati Uniti debba essere deconcentrato dagli impegni istituzionali per rintuzzare la campagne di fango di chi non accetta la sconfitta. “Questa storia sulla Russia è una totale invenzione. È solo una scusa per la più grande sconfitta nella storia della politica americana”, qualcosa “che li fa sentire meglio quando non hanno niente altro di cui parlare”. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è tornato a parlare del Russiagate e dei suoi continui sviluppi, durante un comizio a Huntington, in West Virginia. “La maggior parte delle persone sa che non c’erano russi nella nostra campagna, e che non ci sono mai stati”, ha detto Trump, assicurando al pubblico che lo ascoltava: “Noi non abbiamo vinto grazie alla Russia, ma grazie a voi”. Ora “parlamentari i democratici devono decidere: possono continuare con la loro ossessione per la bufala russa o servire gli interessi del popolo americano”, ha concluso il presidente americano. Ma gli avversari di Trump continuano a sprecare risorase nella caccia alle streghe: l’inchiesta sul Russiagate dello special counsel Robert Mueller si sta concentrando sugli affari di Trump e della sua famiglia, dei legami finanziari dei suoi associati con la Russia, e i possibili reati finanziari non legati alle elezioni del 2016 a Mosca. Una pista che si sta dimostrando “più feconda”, oltre che un “percorso concreto” verso possibili accuse rispetto alla strada delle interferenze di Mosca nelle elezioni americane, sostiene la Cnn, citando diverse fonti secondo cui la pista dei presunti reati finanziari è seguita anche non in relazione alla Russia. Trump ha già detto, in un’intervista al New York Times, che i suoi affari sono una linea rossa dell’inchiesta, ma il mandato di Mueller autorizza quest’ultimo a seguire qualsiasi questione che “emerge o può emergere direttamente dalla sua inchiesta”. Quindi l’attenzione è ora concentrata sulle compagnie di facciata, acquirenti del brand immobiliare Trump, gli affittuari della Trump Tower da oltre sei anni, il background dei russi che hanno organizzato Miss Universo a Mosca nel 2013. In questo quadro è finito nel mirino dell’inchiesta di Mueller, l’incontro del 9 giugno 2016 fra Donald Trump jr e l’avvocata russa Natalia Veselnitskaya, che gli aveva promesso materiale compromettente sulla rivale del padre Hillary Clinton. Incontro a cui, alla Trump Tower di New York, hanno preso parte, scrive il Nyt, anche il genero di Trump Jared Kushner, e Paul Manafort, da marzo di quell’anno nella campagna di Trump come stratega, successore del manager Corey Lewandowski, licenziato dal candidato repubblicano proprio a fine giugno. Il grand jury nominato a Washington da Mueller, è al lavoro già da alcune settimane nel quadro della sua inchiesta su possibili collusioni fra il Cremlino e la campagna di Trump, scrive il Washington Post citando due persone al corrente dell’inchiesta, secondo cui questo sviluppo testimonia come prosegua in modo “aggressivo” il lavoro per la raccolta di elementi di prova. Il New York Times precisa che in questo periodo, da alcune settimane cioè, il nuovo grand jury sul Russiagate, ha già formalizzato mandati. Da tempo, si parla di settimane se non mesi, Mueller sta ampliando il team legale che lavora sull’inchiesta, team a cui si è aggiunto di recente Greg Anders, un avvocato specializzato in reati economici e finanziari e corruzione internazionale che aveva già lavorato al Dipartimento della Giustizia. L’inchiesta di Mueller ora include anche la questione del licenziamento del direttore dell’Fbi James Comey e dell’eventuale ostruzione alla giustizia da parte di Trump con questa mossa.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *