“È pubblicità sessista”. A Palermo un cartellone pubblicitario diventa caso politico
Chissà che cosa ne penserebbe il pubblicitario Oliviero Toscani della polemica politica che ha infiammato Palermo in queste ore. Un cartellone pubblicitario che immortala un fondoschiena femminile. L’accusa è pesante: spot sessista. Con questa motivazione, proprio in queste ore è stata oscurata la pubblicità della ditta di compro oro che per sponsorizzare la propria attività aveva scelto di usare il” lato b” di una donna. Cartelloni su cui aveva puntato il dito la sinistra palermitana. «Una pubblicità sessista che opera in palese violazione del regolamento comunale sulla pubblicità, sfruttando volgarmente il corpo della donna per pubblicizzare un’attività economica». Una pubblicità discutibile, trash, di cattivo gusto. Ma se la deriva diventa questa, l’accusa sessista si trasforma in un manganello utile per ogni evenienza: proprio Toscani ha firmato tante campagne improntate sul corpo delle donne (esemplare il jeans Jesus a inguainare un fondoschiena femminile con tanto di slogan blasfemo “Chi mi ama mi segua”).
A Palermo la pubblicità sessista è stata oscurata
A sinistra invece, sono diventati tutti improvvisamente bigotti. L’ex assessore comunale alla Partecipazione aveva anche annunciato insieme ai consiglieri Barbara Evola, Katia Orlando e Marcello Susinno un’interrogazione al sindaco, Leoluca Orlando. Oggi i manifesti sono stati oscurati. «Esprimo pubblicamente un plauso alla polizia municipale per il tempestivo intervento» dice il capogruppo di Sinistra comune al Consiglio comunale, Giusto Catania, per il quale tuttavia «la vicenda non può essere archiviata, poiché rimane intatta la responsabilità degli uffici del Suap che avrebbero dovuto, preventivamente, impedire l’affisione di una pubblicità volgare e in palese violazione del regolamento comunale. Bisogna fare chiarezza sulle responsabilità – conclude Catania – al fine di evitare che in futuro si ripetano simili vicende».
Quando era sessista la campagna per l’Unità
Il compro oro in questione non è nuovo a pubblcità provocatorie. In una sua recente campagna aveva scelto un prosperoso seno di una donna accompagnato dallo slogan “Valutazioni generose”. In quel caso, un collettivo di estrema sinistra aveva provveduto a denunciare come “violenza sulla donna” la campagna pubblicitaria. E pensare che fino a qualche tempo fa il fondoschiena femminile serviva per promuovere le campagne pubblicità dell’Unità diretta da Conchita De Gregorio. In quel caso, a sinistra, neanche un fiato: tutti in fila a fare gli abbonamenti. I tradizionali due pesi e due misure della sinistra italiana.