Il Nyt: “Regeni ucciso dai Servizi egiziani, Renzi fu informato da Obama”
Gli Stati Uniti hanno avuto dall’Egitto prove “esplosive” sulla morte di Giulio Regeni avvertendo l’allora governo Renzi. È quanto scrive il New York Times in merito all’omicidio del ricercatore italiano, citando fonti dell’ex amministrazione Obama, secondo le quali c’era «la prova incontrovertibile che funzionari della sicurezza egiziani hanno rapito, torturato e ucciso Regeni», si legge sul sito del quotidiano americano. Poi, «su indicazione del Dipartimento di Stato e della Casa Bianca», Washington ha informato Roma, riporta l’articolo firmato da Declan Walsh.
Un giornalista americano svela i retroscena del caso Regeni
Secondo Walsh (che dal Cairo ha seguito tutta l’inchiesta sull’omicidio di Giulio Regeni), l’amministrazione Obama era in possesso di “prove esplosive” in grado di dimistrare che il ricercatore era stato rapito, seviziato e ucciso da ufficiali della sicurezza egiziana. Le fonti – scrive Walsh – sono parte dell’intelligence americana e dell’amministrazione Obama che, alla fine del 2016, attraverso il Segretario di Stato John Kerry ebbe un conftronto molto duro con il collega egiziano, Sameh Shoukry. La delegazione Usa però non riuscì a capire se il ministro stesse tergiversando o semplicemente non conoscesse la verità, spiega la fonte al giornale. Ma l’approccio duro di Kerry «provocò alzate di sopracciglio» all’interno dell’amministrazione, perchè aveva la reputazione di «trattare l’Egitto – un fulcro della politica estera americana dal trattato di pace israelo-egiziano – con i guanti».
Il governo italiano nega di avere avuto prove esplosive sul caso Regeni
Dopo la pubblicazione dell’articolo, fonti del governo italiano hanno fatto sapere di non aver mai ricevuto dagli Usa «elementi di fatto, né tantomeno “prove esplosive”», come riporta l’autorevole quotidiano Usa. Inoltre, «la collaborazione con la Procura di Roma in tutti questi mesi è stata piena e completa». L’articolo arriva nelle ore in cui l’ambasciatore italiano è ritornato al Cairo provocando reazioni e polemiche. Su Facebook intanto Paola Deffendi, madre del giovane ricercatore, in un post ha scritto: “15 agosto 2017, sempre più lutto!”.