Nessuna Norimberga per i crimini alleati di Hiroshima e Nagasaki (video)
Si calcola che l’olocausto nucleare tragato Usa abbia causato oltre 200mila vittime, altre fonti sostengono 300mila. Il Giappone celebra oggi il 72esimo anniversario del bombardamento atomico statunitense su Hiroshima. Circa 50mila persone hanno partecipato alla cerimonia annuale nel Parco della pace della città, alla presenza del primo ministro Shinzo Abe, di rappresentanti di diversi Paesi e dei sopravvissuto al disastro. Alle 8.15 – ora esatta in cui il 6 agosto 1945 venne sganciato l’ordigno nucleare, chiamato Little Boy, dal bombardiere americano B-29 Enola Gay su Hiroshima, provocando circa 140mila morti – il rintocco della campagna ha scandito il minuto di silenzio. Una seconda bomba venne lanciata su Nagasaki il 9 agosto e il Giappone si arrese il 15 agosto, ponendo fine di fatto alla Seconda guerra mondiale. La cerimonia di quest’anno segue l’adozione da parte di 122 membri delle Nazioni Unite del trattato che proibisce l’uso ella armi atomiche, non firmato però dalle potenze nucleari come gli Stati Uniti e lo stesso Giappone. Il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, nel suo discorso ha fatto un breve accenno al trattato Onu sostenendo che ora “tutti i governi devono sforzarsi per avanzare verso un mondo libero dalle armi nucleari”. Il premier Shinzo Abe ha evitato, nel suo discorso, di menzionare la mancata adesione all’accordo, limitandosi a ricordare l’impegno di Tokyo ad assumere il ruolo di guida per la comunità internazionale e ribadendo la necessità di lavorare congiuntamente con tutte le nazioni. Il Segretario generale dell’Onu, il portoghese Antonio Guterres, ha inviato un messaggio nel quale sostiene che l’adozione del trattato è “il risultato una campagna globale incentrata sull’inaccettabilità dell’uso delle armi nucleari in qualsiasi circostanza”. Ma ammonisce: “Il nostro sogno di un mondo privo di armi nucleari resta ancora lontano dalla realtà. Gli Stati che possiedono armi nucleari hanno una particolare responsabilità nell’intraprendere passi concreti e irreversibili verso il disarmo nucleare”, ha detto. L’anno scorso Barack Obama è stato il primo presidente degli Stati Uniti in carica a visitare Hiroshima. In quell’occasione esprimento tutto il suo cordoglio per le vittime non ha però offerto le scuse del Paese per quanto accaduto. Anche grazie Obama, nel 2016, il numero di visitatori del Museo della pace di Hiroshima è aumentato del 16,4%, portando a 1.740.000 i visitatori, ha ricordato il municipio della città giapponese. Gli Stati Uniti hanno oltre 7000 ordigno nucleari nei loro arsenali.