Nell’Iraq pacificato ora spuntano le prove delle atrocità dell’Isis

4 Ago 2017 15:26 - di Redazione

I militari iracheni hanno trovato una fossa comune a Ramadi, nell’Iraq occidentale, contenente i corpi di 40 uomini che si ritiene siano stati assassinati dallo Stato Islamico (Isis). Come spiegato da Ammar Nuri al-Dulaimi, membro della Commissione dei Martiri della provincia dell’Anbar, i cadaveri riportavano ferite di proiettili in testa, segno che sarebbero stati uccisi dagli islamici dell’Isis. La città di Ramadi, capoluogo dell’Anbar, è stata riconquistata dall’esercito iracheno nel dicembre del 2015. Si è poi appreso che tre Peshmerga curdi sono stati uccisi e altri due sono rimasti feriti in seguito all’esplosione di un ordigno collocato sul ciglio della strada vicino a Daquq, a sud di Kirkuk. Lo ha riferito Rekawt Mohammed, portavoce dei Peshmerga, all’emittente Rudaw. L’incidente è avvenuto ieri sera nel villaggio di Tamur mentre i tre soldati stavano rientrando alla base a Dibaja. ”Sono rattristato nel sentire la notizia del martirio di questi coraggiosi Peshmerga. Riposino in pace”, ha scritto il vice premier del Kurdistan iracheno Qubad Talabani su Facebook. I miliziani dell’Isis controllano ancora zone a sud e a sudovest di Kirkuk, compresa la roccaforte di Hawija.

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