Kenya: in testa l’uscente Kenyatta, si grida al broglio. Si temono incidenti
Almeno due persone sono rimaste uccise in scontri post elettorali a Mathare, uno slum alla periferia di Nairobi. Secondo una fonte della polizia, i due sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco dagli agenti mentre tentavano di aggredire poliziotti armati di machete. Centinaia di giovani hanno partecipato a manifestazioni di protesta a Mathare e nella località occidentali di Kisumu e Homa Bay contro l’esito del voto che vede ampiamente in testa il presidente uscente Uhuru Kenyatta contro il suo storico rivale Raila Odinga. La polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti. Odinga ha respinto il risultato del voto di ieri, affermando che il risultato è stato falsato da hackers che si sono introdotti nel sistema informatico della commissione elettorale. Ad alimentare il sospetto di possibili brogli vi era stato il mese scorso l’assassinio di Chris Msando, manager del sistema informatico della commissione. Molti temono in Kenya che le tensioni sul voto possano portare a nuove violenze, come accadde dopo le contestate elezioni del 2007, quando 1100 persone rimasero uccise e altre 600mila fuggirono dalle loro case. Il candidato dell’opposizione contesta i risultati delle elezioni presidenziali di ieri che danno il presidente uscente in vantaggio con il 54,5%. Secondo Odinga, accreditato al 44,6%, i risultati sono stati falsati da un attacco informatico contro il sistema della commissione elettorale. Al momento i dati, relativi al 91% dei voti scrutinati, sono stati diffusi soltanto su base informatica, senza i documenti cartacei di supporto. Odinga sostiene che gli hacker si sono introdotti nel sistema informatico dell’Independent Electoral and Boundaries Commission (IEBC) usando l’identità di Chris Msando, il manager del sistema assassinato il mese scorso. L’Iebc non ha risposto alle accuse di Odinga, ma ha esortato la popolazione ad aspettare con calma i risultati definitivi.