Venezuela al voto, almeno 15 morti. Gli Usa pronti ad «azioni forti» contro Maduro

31 Lug 2017 10:17 - di Federica Parbuoni
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Sono almeno 15 le vittime delle violenze esplose ieri in Venezuela, durante le elezioni per l’Assemblea Costituente. Lo riferisce il leader dell’opposizione Henrique Capriles, mentre il procuratore di Stato ha dichiarato che sono otto i morti confermati. Capriles ha parlato di un «giorno nero» e ha accusato il presidente Nicolas Maduro per quella che definisce un’«ambiziosa malattia». «Scene di tumulti» sono state riportate da diverse città in tutto il Paese. Almeno sette guardie nazionali sono state ferite in un attacco nella capitale Caracas. Ieri, poi, di era avuta notizia dell’uccisione del trentenne leader dell’opposizione Ricardo Campos e di un candidato all’Assemblea, l’avvocato 39enne Jose Felix Pineda Marcano.

Il voto in Venezuela

Al voto hanno partecipato 8,1 milioni di elettori, pari a un’affluenza del 41,53%, secondo quanto annunciato dalla presidente del Consiglio nazionale elettorale (Cne) venezuelano, Tibisay Lucena. «Il tasso di partecipazione è stato alto e sorprendente, con il 41,53% degli elettori del Venezuela che ha votato, pari a 8.089.320 votanti», ha detto nel corso di una conferenza stampa nella sede centrale del Cne a Caracas. Secondo l’opposizione, tuttavia, solo 2,48 milioni di persone, dei 19,4 milioni che hanno diritto di voto nel Paese, si sono recati alle urne, etichettando il risultato come «la più grande frode elettorale nella nostra storia». Tra i membri eletti figurano la moglie del presidente Nicolás Maduro, Cilia Flores, e il secondo uomo del chavismo, Diosdado Cabello.

Le minacce di Maduro a media e opposizione

Per Maduro «si tratta del voto più importante che la rivoluzione abbia mai avuto in 18 anni di storia». In un discorso in Plaza Bolivar, a Caracas, dopo i risultati, Maduro ha detto che la Costituente è nata con «grande legittimazione» popolare e ha salutato i membri dell’organismo che nelle prossime ore prenderanno il «comando» del Venezuela con pieni poteri. Inoltre, il presidente venezuelano, avvertendo che non tollererà più «la cospirazione dei media», ha assicurato che se l’opposizione seguirà nella sua «pazzia», con le sue proteste contro il governo, alcuni dei suoi dirigenti «finiranno in una cella e altri in un manicomio».

Gli Usa pronti ad «azioni forti e veloci»

E una dura condanna per quanto sta avvenendo è arrivata dagli Stati Uniti che hanno bollato l’Assemblea costituente appena votata come un organismo concepito «per rimpiazzare l’Assemblea Nazionale legittimamente eletta e per minare il diritto del popolo venezuelano all’autodeterminazione». Washington quindi ha prospettato «forti e veloci azioni» contro il governo di Maduro. In una nota la portavoce del Dipartimento di Stato americano, Heather Nauert, ha affermato che gli Usa si dichiarano «a fianco del popolo del Venezuela e dei loro rappresentanti costituzionali, nella loro volontà di ripristinare una democrazia piena e prospera». Quindi, «continueremo ad assumere azioni veloci e forti contro gli architetti dell’autoritarismo in Venezuela». «Condanniamo l’uso della violenza da parte del regime Maduro contro i cittadini che esercitano i loro diritti alla libertà di espressione, associazione e pacifica riunione», ha aggiunto Nauret, dicendo che Maduro ha «messo da parte le opinioni e le aspirazioni del popolo venezuelano».

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