Pensioni, ipotesi di riscatto gratuito della laurea. Un altro bluff del governo?
Sarà vero o anche questa proposta finirà archiviata alla voce “grandi promesse”? Di sicuro fa discutere l’idea di concedere il riscatto della laurea portando a carico della fiscalità generale i contributi. Ne ha parlato il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, ieri , alla platea dei Giovani democratici in occasione dell’iniziativa “Facciamolo sapere”, assemblea della rappresentanza studentesca dei Gd. “L’ipotesi è fiscalizzare il periodo contributivo legato allo studio universitario e post-laurea – aveva già spiegato Baretta lo scorso aprile, durante la presentazione della proposta al convegno “Preservare le generazioni future” promosso dalla Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti – ovviamente a certe condizioni, come ad esempio che gli studi siano conclusi nei tempi. È una mia proposta di lavoro – aveva aggiunto – che può anche avere il vantaggio di incentivare i giovani a laurearsi. Si tratterebbe di una copertura figurativa che anticipa il lavoro». Ecco, appunto, è una sua proposta. Ma cosa ne pensi il ministro Padoan non è dato sapere, al momento. Baretta ne ha parlato, però, al tavolo aperto il 4 luglio scorso tra governo e sindacati sulla cosiddetta “Fase 2” della riforma delle pensioni. In sostanza Baretta, al fine di consentire il raggiungimento dell’età pensionistica in anticipo rispetto ai tempi, propone di fiscalizzare i contributi corrispondenti agli anni di studio per il conseguimento della laurea. L’idea nasce dall’esigenza di evitare una differenza penalizzante fra quanti hanno iniziato a lavorare e a versare contributi dopo il 31 dicembre 2015 – che andranno in pensione con il metodo contributivo – e quanti hanno iniziato prima, beneficiando del metodo retributivo.