Dopo l’Austria anche l’Ungheria sferza l’Italia: «Basta fare entrare migranti»

21 Lug 2017 18:54 - di Niccolo Silvestri

Sui migranti la mitile-europa sferza l’Italia. E non è uno scherzo, ma una strategia studiata e concordata da Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia, che insieme formano il gruppo di Visegrad, una sorta di irriducibili critici del lassismo Ue nelle politiche di contrasto all’immigrazione. Ma a cui non risulta estranea la stessa Austria, nostro confinante al Brennero, se è vero come è vero che la prima sollecitazione ad Angelino Alfano a boccare i migranti a Lampedusa e impedirne l’arrivo nel’Europa centrale è arrivata dal suo omologo di Vienna Sebastian Kurz.

Lettera di Orban a Gentiloni

Tempo neanche 24 ore e dopo Kurz interviene Viktor Orban, il premier ungherese che ha realizzato un muro per impedire l’ingresso di immigrati clandestini. Orban si è fatto portavoce di una lettera a Gentiloni, firmata anche dagli leader del gruppo di Visegrad, in cui si invita l’Italia a «chiudere i suoi porti». In un’intervista alla radio pubblica Mr, Orban ha reso noto che al governo italiano sono state rivolte una serie di proposte. La prima consiste nel fermare in Libia il flusso immigratorio, senza escludere «azioni militari» alla luce della situazione di sostanziale anarchia in cui versa quel Paese. Vi è poi il capitolo che riguarda le ong per le quali l’Ungheria è impegnata a fronteggiare una nuova procedura di infrazione dalla Commissione Ue. Orban le critica aspramente: «Sono finanziate ed appoggiate da George Soros», ha detto chiamando in causa il miliardario americano di origine ungherese.

Sui migranti siamo sempre più isolati

In realtà, le nazioni del gruppo di Visegrad sono sotto procedura d’infrazione perché la Commissione Ue le accusa di essersi sottratti agli impegni assunti nel 2015 per l’accoglienza di una quota di richiedenti asilo per alleggerire il peso dell’emergenza sostenuto da Italia e Grecia. L’Austria ha evitato la stessa procedura, ma su Vienna grava il sospetto che la sua posizione, formalmente ineccepibile, sia ispirato, così come quello delle altre quattro nazioni, da calcoli elettorali. Comunque sia, tra chi si tira fuori e chi promette e non mantiene, l’Italia è sempre più isolata nel fronteggiare l’afflusso di migranti. Non solo, ma è addirittura destinataria di sollecitazioni e consigli non richiesti da parte di altre nazioni. Occorrerebbe un sussulto di dignità. Chissà se in chi ci governa ne è rimasta un poco.

 

 

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