Csm: 3 voti a Melillo, 3 a De Raho. Sul procuratore di Napoli è lite tra correnti
La poltrona è vuota da quasi sei mesi, da quando il procuratore capo Giovanni Colangelo è andato in pensione. Anzi, sussurrano i più maligni, da quando è stato pensionato dal governo che poco o nulla fece per assecondarne l’aspirazione a continuare. Ma l’emendamento che doveva alzare la soglia dell’età pensionabile, nonostante le continue rassicurazioni, non vide mai la luce. E così Colangelo, seppur a malincuore, lasciò la procura di Napoli, la più grande d’Italia con i sui 97 pm. Da allora a interessarne è il Csm.
La procura di Napoli attende da 6 mesi il nuovo capo
Ma da febbraio ad oggi, in un crescendo di polemiche, il Csm non ha fatto altro che rinviare. Fino a quando – è roba di poche ore fa – la V commissione, competente per gli incarichi direttivi ha votato per eleggere il successore di Colangelo. La sfida per la procura di Napoli è finita in perfetta parità: 3 voti a testa per Giovanni Melillo, sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma ed ex capo di gabinetto del ministro della Giustizia Andrea Orlando, e Federico Cafiero De Raho, attuale procuratore di Reggio Calabria. La decisione spetterà ora al plenum del Csm.
Entro l’estate il voto del plenum del Csm
Nel dettaglio delle correnti che siedono a Palazzo dei Marescialli, per Cafiero De Raho hanno votato i togati di Unicost, Francesco Cananzi e Massimo Forciniti, e il togato di Magistratura Indipendente, Luca Forteleoni. Melillo ha avuto invece i voti di Valerio Fracassi, togato di Area e presidente della V commissione, di Paola Balducci, laica di centrosinistra e di Pierantonio Zanettin, laico di centrodestra. Guai però a parlare di scontro tra correnti o di Csm “libanizzato”. Si è trattato, ha assicurato il presidente della V commissione, di «confronto approfondito e sereno, in cui nessun aspetto è stato trascurato». Il voto del plenum dovrebbe arrivare prima della pausa estiva.